7 UOMINI A MOLLO
12, 13, 14 marzo 2019
È tra le corsie della loro piscina comunale che Bertrand, Marcus, Simon, Laurent, Thierry e gli altri compagni si allenano sotto la guida di Delphine. Insieme, si sentono liberi e più forti. Impiegheranno tutte le loro energie in una disciplina che, normalmente è appannaggio del genere femminile: il nuoto sincronizzato. Un’idea all’apparenza strampalata si trasformerà ben presto in un’impresa capace di dare un nuovo significato alle loro vite…
Scheda tecnica
Titolo Originale
Le grand bain
Regia
Gilles Lellouche
Paese, anno
Francia,2018
Genere
Commedia
Durata
122'
Sceneggiatura
-
Fotografia
-
Colonna sonora
Jon Brion
Montaggio
Simon Jacquet
Interpreti
Mathieu Amalric, Guillaume Canet, Philippe Katerine, Benoît Poelvoorde, Jean-Hugues Anglade
Recensione
Gilles Lellouche, con il nuovo film 7 Uomini a mollo (libera traduzione di Le grand bain) mette in scena l’esilarante dramma di un gruppo di quarantenni in crisi. Un’opera che valorizza al massimo il senso e la funzione della commedia, che deve poter parlare delle disgrazie quotidiane con uno sguardo ironico e aperto alla speranza. Un film dal ritmo sostenuto, che non trascura nessuno degli aspetti che punta a toccare, coronato da un cast dipinto sulla sceneggiatura (o viceversa) capitanato da Mathieu Amalric, Guillaume Canet e Jean-Huges Anglade, alle prese con la ricerca di una soluzione ad una vita che non porta le soddisfazioni sperate, tra fallimenti lavorativi, relazionali e un’estenuante e infruttuosa ricerca del successo, forse ormai fuori tempo massimo.
Beltrand (Amalric) è un uomo insofferente e insoddisfatto. Felicemente sposato ma incapace di trovare un lavoro che lo soddisfi, si imbatte in un annuncio per partecipare a un corso di nuoto sincronizzato per soli uomini, ovviamente non professionisti. Uno sport senza dubbio inusuale, ma in cui potersi confrontare con una notevole sfida personale, alla ricerca di quella grazia e armonia che tanto mancano nella sua vita. Beltrand si imbatte subito nella singolare insegnante del corso (Virginie Efira), una ex professionista che – a seguito dell’infortunio della partner Amanda – ha abbandonato la professione e ora si trova coinvolta in problemi con l’alcool e una relazione finita per la quale non si rassegna. Il gruppo sgangherato inizia così la sua preparazione, fra irresistibili goffaggini e ilarità, permettendo alla squadra di sognare in grande e provare a conquistare la Coppa del Mondo. Gilles Lellouche mette così in scena un’irresistibile commedia, senza perdere di vista il messaggio finale, rintracciabile in quell’apparentemente banale “volere è potere” che troppo spesso finisce per essere dimenticato.
Il gruppo di aspiranti nuotatori non ha sulla carta nessuna speranza per competere nella categoria, ma l’unione fa la forza e la miscela vincente fra la carota di Delphine e il bastone di Amanda (Leïla Bekhti) porterà il gruppo a credere davvero di poter trovare nell’acqua una dimensione magica e sospesa in cui potersi liberare da tutti i fardelli che gravano sulla loro esistenza. Un luogo in cui essere finalmente leggeri, liberi dai pregiudizi che impedirebbero la riuscita di un’impresa tanto impossibile quanto sperata. Mentre la vita privata continua a riservare difficoltà e piccole conquiste, fra separazioni dolorose e la presa di coscienza che non c’è più tempo per cercare il successo su un palcoscenico, Le Grand Bain rivela la possibilità di sublimare i propri sogni cambiando il cassetto, senza essere costretti a rinunciarvi. Perché, in fondo, la vita dà sempre una seconda possibilità, basta essere in grado di cercarla dentro se stessi, senza lasciarsi sopraffare dai condizionamenti dall’ambiente esterno.
Un film assolutamente irresistibile, intelligente nel soggetto ed efficace nella messa in scena, in cui le immagini (e le coreografie) supportano deliziosamente una regia entusiasta, caratteristica innegabile di molte commedie francesi.
Le Grand Bain ci mostra così come ricominciare a volare ritrovando se stessi, vedendo nel limite un punto di partenza e non un ostacolo insormontabile. Perché i veri impedimenti esistono solo nella propria testa e nell’adesione forzata a convenzioni sociali in grado di essere spazzate via da un volteggio in acqua.
Virginia Campione