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ACQUA E ANICE

un film di Corrado Ceron

Martedì 1 agosto, ore 21.00

Sarà presente il regista del film.

Anfiteatro di Palazzo Toaldi Capra
via Pasubio, 52 – Schio (VI)

In caso di maltempo gli spettacoli saranno annullati.

Recensione

Olimpia ha una settantina d’anni e un trascorso di successi come cantante da balera insieme alla sua band, I capricci di Olimpia. In Emilia Romagna è stata una star, ma ora “i suoi capricci non li ascolta più nessuno”, e sta cominciando a diventare meno lucida e sempre più disorientata. Ora si prepara ad un viaggio con la consueta mancanza di esitazioni, e ingaggia la mite Maria, fidanzata del bagnino del lido dove prende ancora il sole in topless, affinché la guidi fino a Zurigo, dove andrà a trovare un’amica, fermandosi prima al matrimonio della sorella, dove dovrà cantare. È l’inizio di un’avventura che cambierà la vita a entrambe.
Acqua e anice è un road movie lungo il passato pieno di successi, ma anche di errori, di Olimpia, che è stata molto amata e molto offesa.
Per i suoi ex, nell’amore e sul lavoro, è indimenticabile, ma anche lei non ha dimenticato nessuno, né alcun torto subìto. E vuole restituire qualcosa a tutti: un rimprovero, un abbraccio, un invito a tenere duro, una richiesta di perdono. Maria si trova a dover gestire quella “vecchia” dalle battute scorrette e talvolta sgradevoli con un misto di ammirazione e di sconcerto, aprendosi a poco a poco alla sua generosa follia. Ma mentre Maria “si pente di tutto quello che ha fatto”, e spesso non ha fatto, Olimpia ha avuto un passato ricco e avventuroso.
Il viaggio delle due donne si snoda attraverso barconi sul fiume e non-luoghi disabitati, con una malinconia caratteristica di quei paesaggi ma anche aderente alla storia narrata, e gli incontri sono tutti sul filo della nostalgia o del rimpianto, in primis quello con Jimmy, un ex membro della band (ben interpretato da Paolo Rossi) che si aggregherà al duo per una parte del percorso. “L’importante è arrivare a destinazione”, afferma Olimpia, ma quella destinazione è meno chiara di quanto poteva apparire all’inizio, e il rapporto con Maria avrà svolte inaspettate. E ciascuna imparerà qualcosa dall’altra.
La sceneggiatura, firmata dal regista Corrado Ceron insieme a Federico Fava e Valentina Zanella, ha una sua grazia triste, ma la regia è incerta, forse intimidita dalla presenza di Stefania Sandrelli che, nel ruolo di Olimpia, ha momenti di ineffabile grandezza, ma avrebbe avuto bisogno di una direzione più precisa: come uno Stradivari che necessita di un direttore d’orchestra di grande capacità di controllo.
Silvia D’Amico, nel ruolo meno appariscente di Maria, riesce ad organizzare meglio la sua interpretazione, regalandole sfumature delicate e commoventi. Dispiace però che un enorme talento come quello di Sandrelli, in un ruolo che poteva essere indimenticabile, sia collocato più entro il registro televisivo che cinematografico.
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