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AMERIKATSI

un film di Michael A. Goorjian
(Armenia / Commedia / 115')

28, 29, 30 aprile e 01* maggio

* Proiezione in Versione Originale sottotitolata in italiano

Designato dall’Armenia per la corsa al Premio Oscar 2024 come Miglior Film Internazionale e rientrato nella Short List Finale, Amerikatsi è una favola di resistenza post Seconda Guerra Mondiale, nell’Armenia Staliniana. Il protagonista, Charlie, soprannominato dai suoi carcerieri Charlie Chaplin, è scampato al genocidio, riuscendo a scappare da ragazzino negli Stati Uniti, dopo aver visto giustiziare tutta la sua famiglia durante i rastrellamenti dei turchi nel 1915. Nel 1948 torna in Armenia e trova la realtà del comunismo sovietico, finendo ingiustamente in prigione, nonostante avesse trovato l’ala protettrice di una donna, compagna di un importante ed influente graduato. Proprio quest’ultimo, facendo credere alla moglie di avergli trovato un impiego, lo fa accusare di essere una spia americana, perché parla soltanto inglese, e di divulgare in pubblico il proprio credo religioso, solo per aver fatto il segno della croce. Della sua terra di origine ricorda soltanto una vecchia canzone che sentiva cantare in casa dai suoi genitori.

Recensione

Charlie, interpretato dallo stesso regista, lo statunitense di origini armene Michael A. Goorjian che ha voluto dedicare l’opera a suo nonno, si ritrova in galera, in una cella lurida e gelida, con una finestrella senza vetro ma con le sbarre. Quella apertura sul mondo affaccia sul muro di cinta, ma grazie ad un evento non calcolato quel muro viene giù in parte, quel tanto che basta per aprire la visuale e lo sguardo su un appartamento abitato da una coppia che rappresenterà per l’americano il film della sua forzata detenzione, fatto di storie romantiche, comiche, drammatiche. In quell’appartamento ci vive una guardia della prigione, una volta artista e pittore, costretto a nascondere la sua vocazione per via dei suoi soggetti preferiti, le chiese. Charlie, destinato a terminare la sua esistenza in Siberia, torturato e umiliato quotidianamente, non smarrisce mai lo spirito giusto per lottare, nella speranza di mostrare come si possa trovare l’energia necessaria affinché si trovi la strada dell’elaborazione di un lutto atroce, uno dei più efferati delitti della Storia riguardante la diaspora armena. Amerikatsi, seguendo la linea immaginaria ideale di La vita è bella o Train de vie, attraversa questo percorso funesto con grazia, ironia, umorismo, sentimento e trasporto drammatico all’unisono. Il protagonista è fermo, ma viaggia con la mente, in attesa agognante che al suo unico campo, in cui il monte Ararat si staglia all’orizzonte, si contrapponga il controcampo dell’uomo in divisa, una volta pittore, protagonista anch’egli involontario e ignaro. Il punto di vista sta all’interno di una cella e arrivano le immagini del fuori, dell’oltre i confini dei muri, dove tutto nel tempo si consuma e muore. Da quella cella, anno dopo anno, si scorgono uomini e donne che si amano, consumano pasti, hanno figli, ci si lascia, ci si ritrova e poi si vive. Il racconto non è cronologico, avanza e arretra in un tempo che fugge e che la memoria della guerra torna ad evocare. Commuove Charlie e commuove anche il tormento vissuto dal suo protagonista seriale. Se poi tutto fosse un’illusione, una favolistica illusione,
Leonardo Lardieri, www.sentieriselvaggi.it