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AMMORE E MALAVITA

un film di Antonio e Marco Manetti (Manetti Bros.)

Venerdì 27 luglio - ore 21.30

Anfiteatro di Palazzo Toaldi Capra
via Pasubio, 52 – Schio (VI)

In caso di maltempo gli spettacoli saranno annullati.

Napoli. Ciro è un temuto killer. Insieme a Rosario è una delle due “tigri” al servizio di don Vincenzo, “o’ re do pesce”, e della sua astuta moglie, donna Maria. Fatima è una sognatrice, una giovane infermiera. Due mondi in apparenza così distanti, ma destinati a incontrarsi, di nuovo. Una notte Fatima si trova nel posto sbagliato nel momento sbagliato. A Ciro viene dato l’incarico di sbarazzarsi di quella ragazza che ha visto troppo. Ma le cose non vanno come previsto.

I due si trovano faccia a faccia, si riconoscono e riscoprono, l’uno nell’altra, l’amore mai dimenticato della loro adolescenza. Per Ciro c’è una sola soluzione: tradire don Vincenzo e donna Maria e uccidere chi li vuole uccidere.

Nessuno può fermare l’amore. Inizia così una lotta senza quartiere tra gli splendidi scenari dei vicoli di Napoli e il mare del golfo. Tra musica e azione, amore e pallottole.

Scheda tecnica

  • Titolo Originale

    Ammore e Malavita

  • Regia

    Antonio e Marco Manetti (Manetti Bros.)

  • Paese, anno

    Italia,2017

  • Genere

    Commedia, Musical, Thriller

  • Durata

    134'

  • Sceneggiatura

    Antonio Manetti, Marco Manetti, Michelangelo La Neve

  • Fotografia

    Francesca Amitrano

  • Colonna sonora

    Pivio, Aldo De Scalzi

  • Montaggio

    Federico Maria Maneschi

  • Interpreti

    Giampaolo Morelli, Serena Rossi, Claudia Gerini, Carlo Buccirosso, Raiz, Franco Ricciardi, Antonio Buonuomo

Recensione

Come in Agente 007 – Si vive solo due volte, il decesso è semplicemente una messa in scena. La vedova Donna Maria, che da serva ha sposato il suo padrone, deve alla propria cinefilia quest’idea geniale. I Manetti, proprio grazie all’eterogeneità dei loro gusti cinematografici e della loro carriera, tra film, spot e tv, trovano in Ammore e malavita un equilibrio instabile ma sorprendente. La colonna sonora è da segnalare, sia per l’efficacia con cui le canzoni, quasi sempre intradiegetiche, raccontano i personaggi, anche nelle loro violente interazioni (menzione speciale per la cover di What A Feeling in napoletano), sia per come spazia dalla musica neomelodica al funk, dalla disco music al rock, dall’r&b all’hip hop. Tra ralenti, split screen, inquadrature oblique, pianisequenza in steadicam, soggettive, transizioni a tendina, rossi accesi e blu elettrici, luci livide, verdastre, si sorride per i riferimenti parodici a Gomorra e al turismo della paura a Scampia. Tra gli interpreti, a parte il solito impagabile Buccirosso e Claudia Gerini nei momenti di canto e ballo, è apprezzabile Raiz degli Almamegretta, in un ruolo truce da sicario. Meno esuberante il Morelli di Coliandro, che scansa le pallottole come in Matrix. Ambientato a Napoli, com’era anche il precedente Song’e Napule, il film non è privo di difetti, dalla lunghezza eccessiva alle svolte narrative a tratti poco convincenti. Eppure, merita grande considerazione, non fosse altro che per la freschezza e la leggerezza con cui ingredienti della più disparata provenienza si mescolano ironicamente. Tanti gli omaggi alla gloriosa tradizione della sceneggiata napoletana, con l’apparizione indimenticabile di uno dei suoi re, Pino Mauro. La commedia (si cita Il marchese del grillo, ma anche Notting Hill), il cinema di sparatorie e tradimenti di Hong Kong, i migliori film d’azione e thriller americani (la stanza di Panic Room, il confronto a distanza tra “animali” simili di Heat – La sfida) e il musical vero e proprio, con tanto di balletti, neanche fossimo a Bollywood, si fondono. Il piatto potrebbe risultare di difficile digestione, ma è una sorta di street food “fusion”, da servire a un pubblico vasto e popolare, quello che solitamente si tiene lontano dalle boutique del gusto del cinema d’autore più presuntuoso e vacuo.