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COCO

un film di Lee Unkrich, Adrian Molina

Domenica 12 agosto - ore 21.00

Anfiteatro di Palazzo Toaldi Capra
via Pasubio, 52 – Schio (VI)

In caso di maltempo gli spettacoli saranno annullati.

Il giovane Miguel ha un sogno: diventare un celebre musicista come il suo idolo Ernesto de la Cruz e non capisce perché in famiglia sia severamente bandita qualsiasi forma di musica, da generazioni. Desideroso di dimostrare il proprio talento, a seguito di una misteriosa serie di eventi Miguel finisce per ritrovarsi nella sorprendente e variopinta Terra dell’Aldilà.

Lungo il cammino, si imbatte nel simpatico e truffaldino Hector; insieme intraprenderanno uno straordinario viaggio alla scoperta della storia, mai raccontata, della famiglia di Miguel.

Scheda tecnica

  • Titolo Originale

    Coco

  • Regia

    Lee Unkrich, Adrian Molina

  • Paese, anno

    U.S.A.,2017

  • Genere

    Animazione

  • Durata

    104'

  • Sceneggiatura

    Lee Unkrich, Adrian Molina

  • Fotografia

    -

  • Colonna sonora

    Christopher Lennertz

  • Montaggio

    Dylan Tichenor

  • Interpreti

    -

Recensione

Qui il protagonista è Miguel, un ragazzino messicano il cui sogno di diventare chitarrista viene ostacolato dalla famiglia, che a causa di antichi rancori ha bandito per sempre la musica dalle sue mura. Al piccolo eroe non resta quindi altro da fare che suonare di nascosto e rivelare il proprio talento in una gara canora che si tiene durante il Día de Muertos. Ma quando una serie di circostanze lo costringeranno a rubare lo strumento del proprio mito (il musicista defunto Ernesto de la Cruz), il ragazzo si troverà improvvisamente nel mondo dei morti. Come si può intuire da tale sinossi, Coco è un film molto classico tanto nei temi quanto nella struttura narrativa, molto vicina ad altri lavori di casa Lasseter e, più in generale, al cinema per l’infanzia: qui, infatti, il racconto si basa sul tipico viaggio formativo di un “diverso” che deve perseguire il suo sogno e affermare la propria identità contro il volere di tutti e sulla creazione di un universo più o meno fantastico dalle caratteristiche antropomorfe. Una serie di elementi portati avanti con ritmo vivace e alcune belle invenzioni visive e narrative (dall’uso massiccio dei colori sgargianti al prologo raccontato tramite le decorazioni di diversi panni stesi) e dietro i quali l’opera affronta problematiche difficili come il rapporto che si ha con i propri defunti, con il loro ricordo e, in definitiva, con la memoria. Una tematica, quest’ultima, che emerge soprattutto nella seconda parte, nella quale si scopre che i morti possono scomparire dall’oltretomba quando questi vengono completamente dimenticati dai vivi. Un’idea narrativa evidentemente presa da Inside Out (vi ricordate l’amico immaginario della bambina che si dissolve a metà film?) e che qui acquisisce una centralità maggiore, rendendo l’aldilà non solo un universo fantastico e “mitologico”, ma anche un posto mosso dal ricordo e dalla memoria; dunque, un luogo-simbolo dell’anima e, in qualche modo, della mente. E anche se più indiretto e meno concettuale rispetto a Inside Out, qui il riferimento alla psiche è quasi altrettanto chiaro e importante, tanto da fare di Coco un’opera più profonda e ambiziosa di quanto sembri, con la quale la Pixar dimostra ancora una volta la sua capacità di unire intrattenimento e complessità, avventura e stratificazione, fantasia e riflessione.