CONFIDENZA
(Italia / 2024 / Drammatico, Thriller / 136')
07, 08, 09, 10 ottobre
Miglior attore e migliore sceneggiatura Globi D’oro
Pietro Vella è il classico docente che ha un rapporto viscerale con gli studenti. Le sue lezioni non sono quelle canoniche. Nelle prime battute del film, infatti, chiede agli alunni di dare una propria definizione dell’amore. Nei banchi, Teresa Quadraro. Cupido lancia le frecce e i due vanno a vivere insieme. Tutto sembra filare liscio, fino a quando, una sera, lei propone quasi per gioco che ognuno riveli all’altro il proprio inconfessabile segreto. Pietro le rivela il suo e Teresa, basita, il giorno dopo lo pianta in asso. Le loro strade si dividono. Lui sposa l’affascinante Nadia e raggiunge la fama con il saggio sulla “didattica dell’affetto”. Teresa, invece, vola negli States e diventa una ricercatrice tra le più apprezzate al mondo. Ma…
Recensione
Dopo La scuola e Lacci, il regista torna ad attingere alle parole di Domenico Starnone, autore del romanzo omonimo (edito da Einaudi), da cui è tratto il film scritto a quattro mani con Francesco Piccolo. Un’opera che segna il punto finora più alto della carriera di Luchetti – autore di film diversissimi tra di loro ma spesso legati da tematiche ricorrenti – che riesce a gestire un materiale narrativo stratificato e complesso. Ambientato in fasi diverse della vita del suo protagonista, Confidenza è un film sull’amore e la paura. L’amore che Pietro Valli dice di provare per Teresa (la sorprendente Federica Rossellini), ex studentessa con la quale inizierà una relazione destinata a lasciare un segno indelebile sulla sua vita. E la paura che l’insegnate prova, come un animale braccato, che quel segreto confidato all’orecchio della donna – per rendere il loro legame più profondo – possa trascinarlo negli abissi di un’esistenza priva di stima. Quella che lo nutre. Non è un caso se sposerà la collega Nadia (Vittoria Puccini), le cui prime parole rivolte all’uomo saranno una lusinga.
Pietro Valli è lo strumento nelle mani di Starnone prima, e di Luchetti poi, per tratteggiare il ritratto dell’uomo contemporaneo. Fintamente modesto, profondamente insicuro, narcisista, con pensieri violenti e terrorizzato dall’idea di essere visto per ciò che è. Un mediocre che, per tutta la vita, ha finto agli occhi di chi gli sta intorno di essere (il) migliore. Una maschera dietro cui nascondere un’espressione di terrore costante. È come se il segreto di Confidenza crescesse a dismisura man mano che la narrazione avanza.
Un palloncino che si gonfia fino a scoppiare nella testa del suo protagonista – un grandissimo Elio Germano – che immagina a occhi aperti la sua fine creando fittizi scenari in cui la verità, finalmente, viene a galla.
Perché forse, nel profondo della sua coscienza, il protagonista di Confidenza non chiede altro che essere liberato da se stesso. Ma ha troppa paura di scoprire cosa accadrebbe se tutti sapessero davvero chi è. In quest’ottica la colonna sonora di Thom Yorke rafforza scrittura, regia e interpretazioni, perché pensata per sottolineare quel senso di suspense che non lascia mai il racconto ma, al tempo stesso, evidenzia il grottesco – e perfino l’ironia amara – che contraddistingue la vita di Pietro Valli.
Daniele Luchetti si fida del suo pubblico e lo chiama in causa. Impossibile non fare ipotesi, non sentire il crescere della pressione che attanaglia il protagonista. Confidenza è un film che costringe a pensare, dubitare, ipotizzare. E a domandarsi se quella mediocrità è anche un po’ la nostra, sempre così attenti a mostrare solo il nostro profilo migliore cercando di nascondere le brutture che abbiamo dentro. Una di quelle opere dove il non detto e il non mostrato sono ancora più forti delle parole e delle immagini perché, anche se non si possono sentire o vedere, sono palpabili.