DUNE – PARTE 2
(Avventura, Drammatico / U.S.A., Canada / 2024 / 166')
29 – 30 aprile – 01 – 02 maggio*
*Spettacolo in Versione Originale Sottotitolata in italiano
Il film continua l’esplorazione del viaggio di Paul Atreides, che si unisce a Chani e ai Fremen. Mentre trama la sua vendetta contro i cospiratori che hanno distrutto la sua famiglia, deve fare di tutto per prevenire il terribile futuro che solo lui può prevedere.
Recensione
Tremano le dune di sabbia all’arrivo dei vermi e fremono gli spettatori davanti allo spettacolo maestoso del cinema di Denis Villeneuve che, saggiamente, ha distribuito la vicenda del primo libro della saga di Dune in due film distinti che, tra l’altro, rispettano la divisione del romanzo, originariamente pubblicato in due parti: Dune e Il profeta di Dune. Questo ha permesso al cineasta canadese di prendersi i giusti tempi per raccontare quell’universo complesso e dettagliatissimo immaginato da Frank Herbert a metà degli anni ’60 e che così tanta influenza ha avuto sull’immaginario fantascientifico a venire. E Villeneuve lo ha fatto senza spiegoni pedissequi, ma affidandosi alla forza delle immagini, sontuose, potenti e impattanti.
L’opera fantascientifica dell’autore di Arrival rinverdisce sapientemente la tradizione dei kolossal storici degli anni Sessanta in cui veniva impiegato uno stuolo di star, magari anche in piccoli ruoli carismatici, al servizio di una grande storia, che coniugavano spettacolarità, profondità e riflessione esistenziale.
È in questo che il film di Villeneuve restituisce intatta la contraddizione e la complessità del Dune di Herbert che, nella sua saga, tra le altre cose, esplorava il modo in cui politica e religione si mescolano pericolosamente. Tale complessità viene veicolata tramite una forma superba in cui lo spettatore si perde piacevolmente, come un viandante nel deserto di Arrakis. La fierezza selvaggia dei Fremen viene resa con cruda e schietta sincerità, non tralasciando dettagli che a noi civilizzati occidentali possono sembrare eccessivi. Il look delle astronavi, dei costumi, dei mondi (si veda il bianco-nero abbacinante di Giedi Primo, casa dei terribili Harkonnen) già di livello altissimo nel primo film, viene qui portato ad una ricchezza visiva impressionante. L’arrivo sulle dune di Arrakis, ripreso fuori fuoco, di un Paul col mantello al vento, ormai trasfigurato in ciò che è destinato ad essere, è qualcosa che nel tempo diverrà iconico. La musica di Hans Zimmer non commenta, ma vibra con la sabbia e con le emozioni dei personaggi principali. Chalamet dimostra una grande maturità attoriale laddove il suo personaggio attraversa una radicale e squassante trasformazione interiore. Ma tutto il ricchissimo cast è terribilmente in parte, anche in ruoli apparentemente marginali, nella tradizione dei kolossal di cui dicevamo all’inizio.
Claudio Gargano, (www.nocturno.it)