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EVERYTHING EVERYWHERE ALLA AT ONCE

un film di Dan Kwan e Daniel Scheinert
09 - 10 - 11 - 12* Gennaio * Versione Originale Sottotitolata in italiano

Evelyn Wang (Michelle Yeoh) gestisce una piccola lavanderia
a gettoni, ha una figlia adolescente che non capisce più, un padre rintronato e un matrimonio alla frutta. Un controllo fiscale di routine diventa inaspettatamente la porta attraverso cui Evelyn viene trascinata in una avvincente e coloratissima avventura nel multiverso più innovativo e divertente mai visto al cinema. Chiamata a salvare il destino degli universi, dovrà attingere a tutto il suo coraggio per sconfiggere un nemico all’apparenza inarrestabile e riportare l’armonia nella sua famiglia.

Recensione

È stata una delle sorprese della stagione, con un incasso ai botteghini d’Oltreoceano assai superiore alle attese; un un film che ha fatto impazzire gli analisti USA: merito di un passaparola incessante da parte chi l’ha visto per primo, tanto che le sale dove è stato proiettato sono aumentate sempre di più. Se ne vorrebbe ancora allo scorrere dei titoli di coda, sapere il proseguo di una storia e il destino dei relativi personaggi che si amano sin dal primo sguardo, qualsiasi ruolo questi ricoprano. In Everything Everywhere All at Once facciamo la conoscenza della famiglia Wang, che si è trasferita dalla natia Cina negli Stati Uniti per aprire una lavanderia di quartiere. Waymond ed Evelyn, marito e moglie, la gestiscono insieme all’anziano padre di lei e alla figlia adolescente Joy. Tra questa e la madre vi è un rapporto contrastato, ed Evelyn si trova ad affrontare anche un periodo di crisi coniugale, tanto che si respira aria di divorzio. Ci siamo tenuti volutamente brevi nell’esposizione della trama, proprio per non rovinare lo stupore di fronte all’incessante serie di eventi che si susseguono senza sosta dopo la prima mezzora.

Perché Everything Everywhere All at Once è un’opera totalmente imprevedibile, capace di sovvertire le regole classiche in favore di un caleidoscopio esaltante e senza freni, dove si mescolano dramma privato e commedia demenziale, fantascienza e horror, azione eighties e arti marziali di ispirazione wuxia. Raro ricordare un film capace di mantenere un equilibrio tale, tanto che ognuna delle anime presenti collima perfettamente con le altre dando vita ad un insieme indimenticabile, dove ci si diverte ed emoziona in egual misura. Michelle Yeoh è la protagonista perfetta. Il tema del multiverso, è stato inserito con una serie di situazioni originali e diverse ambientate nei vari mondi che fanno da sfondo alla trama principale, tra suggestioni animate e versioni “mostruose” (basti vedere la realtà dove tutti hanno delle lunghe e inquietanti dita) e soluzioni mai viste prima, come l’incredibile dialogo tra due rocce che acquisisce un senso profondo oltre ogni aspettativa.

Everything Everywhere All at Once gioca tra il sacro e il profano della Settima Arte, tra entusiasmanti scene di combattimento ad armi nude ed effetti speciali sobri ma efficaci, che rende il tutto colorato ed estremamente folle da guardare. Tra citazioni raffinate allo stile di Wong Kar-wai e procioni realizzati in CG, tra “buchi neri” che tutto inghiottono a trasformazioni che spaziano da un universo all’altro, niente è lasciato al caso. Estetica e sostanza convivono armoniosamente in una creatura “bigger than life”, che può vantare la partecipazione in ruoli di primo piano di guest star del calibro di Jamie Lee Curtis e James Hong, oltre al gradito ritorno sul grande schermo nelle vesti del marito di Ke Huy Quan, storico membro dei Goonies nel cult anni Ottanta di Richard Donner. E anche per questo motivo i personaggi rimangono impressi a fondo anche dopo il fatidico The End, ennesimo fondamentale tassello di una delle opere più incisive del Cinema recente.