FITZCARRALDO
Uno spettacolare capolavoro in cui Herzog analizza nuovamente il rapporto tra uomo e natura.
La storia del folle, sognatore e un po’ spiantato Fitzcarraldo che, in Sudamerica, ha la pretesa di costruire un teatro dell’opera in un piccolo villaggio dell’Amazzonia. Per riuscirci, va a raccogliere caucciù in una zona impervia e pericolosa con una nave, affrontando le rapide, la giungla e gli indios… a suo modo, ne esce vincitore.
Recensione
Herzog qui affronta uno dei suoi temi più cari, il tema della natura benevola che può diventare arcigna ed incontrollabile, la natura su cui l’uomo e la sua volontà nulla possono. Fitzcarraldo, armato solo dei suoi sogni e della sua passione per l’opera, l’affronta per realizzare questo suo grande sogno, arrivando al punto di addomesticare gli indios e di far camminare la sua nave su una montagna. Quando sta per farcela, la natura si risveglia, si ribella e punisce le sue sfrenate ambizioni ma, a differenza di altri film del regista, non lo distrugge e gli regala un’ultima grande soddisfazione, forse perché il suo cuore è puro, le sue ambizioni sono nobili ed il suo animo è candido. Persino gli indios con cui ha a che fare, da guerrieri come sono, nei suoi confronti si dimostrano benevoli ed appaiono assai più mansueti degli spietati uomini d’affari con cui Fitzcarraldo ha a che fare e che scommettono sulla sua morte. Molti momenti di grande cinema: dal grammofono che suona Verdi in mezzo alla giungla per ammansire gli indios, in cui arte e natura si fondono, alle sequenze ricche di suspense in cui la nave di Fitzcarraldo affronta le rapide ed i pericolosi indios, le cui intenzioni non appaiono mai chiare. Inoltre Klaus Kinski qua è davvero spettacolare. Un capolavoro!
Carlo Cerutti, www.filmtv.it