GREEN BOOK
Venerdì 12 luglio, ore 21.30
Anfiteatro di Palazzo Toaldi Capra
via Pasubio, 52 – Schio (VI)
In caso di maltempo gli spettacoli saranno annullati.
Recensione
New York, 1962. Tony Vallelonga è un italoamericano dai modi spicci: lavora in un locale notturno e non disdegna le maniere forti quando deve risolvere qualche grana per il suo capo. Vive dalla nascita nel Bronx e frequenta da vicino, senza immischiarsi troppo, i mafiosi di zona che sembrano comparse de I Soprano. Ha una moglie che ama e una famiglia allargata pronta a invadergli la casa per vedere una partita di baseball. È un uomo tutto terreno: parla, fuma, mangia senza sosta e nasconde, dietro toni bonari, le tracce di un razzismo istintivo, quasi naturale. Quando il night club dove lavora chiude per un periodo, Tony è costretto a cercare lavoro. Ne troverà uno tanto inaspettato quanto ben pagato: fare l’autista per un eccentrico pianista giamaicano, Don Shirley, e accompagnarlo per un tour di concerti nel Sud degli Stati Uniti, ancora funestati dal segregazionismo. Don è il contrario di Tony: salutista, silenzioso, colto, ricco, con un alcolismo sotterraneo da controllare e pulsioni sessuali da nascondere. Tony è un bianco integrato nella sua comunità, ma che non conosce e non appartiene a nessun mondo se non al suo; Don vive in un paese in cui non è nato, parla mille lingue ma non si sente capito da nessuno: è nero e ricco, un binomio che suscita fastidio nei bianchi e sospetto nei membri della sua stessa comunità. Per la prima parte del film la strana coppia si studia, poi impara a conoscersi e a rispettarsi, finendo per riconoscersi e accettarsi nella sua complementare diversità in un crescendo emotivo costruito con mestiere. In Green Book – il titolo deriva dal The Negro Motorist Green Book, la guida stradale che segnalava i (pochi) locali accoglienti nei confronti dei viaggiatori di colore – Peter Farrelly usa un tono lontano dalla comicità demenziale dei suoi grandi successi, ma l’abitudine alla commedia regala ritmo e ironia a un buddy movie che, ancorato alla verità storica da raccontare e alla necessità morale da ribadire, rischierebbe altrimenti un eccesso di retorica. E invece Green Book scivola via dolcemente, aggiungendo alle frizioni dei due improbabili compagni di viaggio un tocco di approfondimento psicologico, caricaturizzando personaggi e situazioni in maniera funzionale, riuscendo a moderare l’enfasi. Le dinamiche funzionano grazie all’interazione – un’attrazione tra opposti – dei due attori protagonisti: l’ingrassato Viggo Mortensen, logorroico e ciondolante, indolente e minaccioso, biascica il suo slang e occupa fisicamente l’inquadratura mentre Mahershala Ali tratteggia il suo personaggio con una fisicità ieratica, quasi astratta, raggiungendo momenti di intensità emotiva cesellati in levare.
Fonte: Federico Pedroni, http://www.cineforum.it/recensione/Green-Book