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GREEN BOOK

un film di Peter Farrelly (U.S.A. / 2019 / Commedia / 130’)

sabato 15/02 - ore 21.00
domenica 16/02 - ore 15.30, 18.00* e 20.30
sabato 09/02 - ore 21.00
domenica 10/02 - ore 15.30, 18.00 e 20.30*

Spettacolo in lingua originale con sottotitoli in italiano.

Prezzi riservati ai Soci
Intero: 6,5 euro
Ridotto: 5,5 euro (over 65 anni, under 14 anni)

Prezzi al pubblico
Intero: 7 euro 
Ridotto: 6 euro (over 65 anni, under 14 anni)

Recensione

New York City, 1962. Tony Vallelonga, detto Tony Lip, fa il buttafuori al Copacabana, ma il locale deve chiudere per due mesi a causa dei lavori di ristrutturazione. Tony ha moglie e due figli, e deve trovare il modo di sbarcare il lunario per quei due mesi. L’occasione buona si presenta nella forma del dottor Donald Shirley, un musicista che sta per partire per un tour di concerti con il suo trio attraverso gli Stati del Sud, dall’Iowa al Mississipi. Peccato che Shirley sia afroamericano, in un’epoca in cui la pelle nera non era benvenuta, soprattutto nel Sud degli Stati Uniti. E che Tony, italoamericano cresciuto con l’idea che i neri siano animali, abbia sviluppato verso di loro una buona dose di razzismo.
Green Book è basato sulla storia vera di Shirley, un virtuoso della musica classica, e del suo autista temporaneo nel loro viaggio attraverso il pregiudizio razziale e le reciproche differenze.
Il musicista nero è istruito, parla molte lingue, veste come un damerino e non sopporta volgarità e bassezze, mentre Tony Lip è ignorante, parla con un pesante accento del Bronx costellato di espressioni pseudoitaliane, mangia sempre fast food con le mani e quelle mani le mena volentieri. Ma anche per questo Tony è l’uomo giusto per accompagnare il raffinato musicista di colore e risolvere a modo suo i tanti problemi che l’improbabile duo incontrerà lungo il cammino.

Sarebbe troppo facile etichettare Green Book come un A spasso con Daisy a parti invertite, e non farebbe giustizia ai molti livelli che questo film smaccatamente mainstream nasconde sotto la patina ultracool di un’America anni Sessanta in cui la musica, gli abiti e gli ambienti sono letteralmente da urlo. La forza motrice di Green Book sono i due interpreti: Viggo Mortensen nei panni dell’italoamericano rozzo e refrattario alle regole, ma dotato di innati buon senso e buon cuore, e Mahershala Ali in quelli del musicista nero colto e misurato. E poiché la loro interazione deve portare ad una reciproca crescita, oltre che ad una reciproca comprensione, Tony Lip dovrà imparare dal suo passeggero che i piccoli imbrogli, le botte e le “stronzate” tengono quelli come lui ancorati al gradino più basso della scala sociale, così come Don Shirley dovrà riconnettersi con la sua “negritudo” e smettere di guardare le persone del suo colore come corpi estranei. 

Il ‘Green Book’ del titolo è una guida per automobilisti afroamericani, costretti a guidare solo su alcune strade e a soggiornare solo nei locali a loro assegnati, ma il film di Farrelly (che conta fra i produttori esecutivi anche Octavia Spencer) va a zig zag attraverso territori proibiti e consuetudini tacitamente accettate. Green Book è un vero spasso, un classico film americano da grande pubblico scritto, diretto e interpretato con tutti gli attributi, e anche ciò che potrebbe sembrare eccessivamente piacione nasconde invece una misura non trascurabile di coraggio e dignità.