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HERE

un film Robert Zemeckis
(U.S.A. / Drammatico / 104')

Sabato 18 gennaio – ore 20.00
Domenica 19 gennaio – ore 16.00, 18.00 e 20.30*
* Spettacolo in Versione Originale Sottotitolata in italiano

“Here” di Robert Zemeckis porta sul grande schermo una celebre pietra miliare delle graphic novel, l’opera omonima firmata da Richard McGuire. Il regista ne conserva le peculiarità adattandole al linguaggio cinematografico. Assistiamo a un film girato una sola prospettiva fissa, non soggettiva, collocata per gran parte del film all’interno di un soggiorno (fatta cioè eccezione per i frammenti che visualizzano epoche passate, in cui non era ancora stato costruito l’edificio all’interno del quale la stanza si trova).

Recensione

Le vicende che “Here” racconta – o, meglio, su cui apre squarci – abbracciano più generazioni, spaziando su un arco temporale plurisecolare. All’interno della medesima inquadratura si aprono di volta in volta, in maniera del tutto libera, nuovi quadri collocati in punti diversi dello schermo. In tal modo Zemeckis ricalca fedelmente la fonte letteraria da cui il film trae spunto, con l’aggiunta però fondamentale, cinematografica, delle transizioni. Queste ultime, a seconda dei casi, ampliano ciò che era parziale, anticipano la scena successiva, oppure trattengono quella precedente, arricchendo l’esperienza visiva e narrativa. Trasformandola in Cinema. “Here” è un film che a partire dalla forma finisce per essere significativo su più livelli di lettura. In primo luogo, dal punto di vista squisitamente stilistico, presenta novità sotto il profilo del linguaggio cinematografico, convertendo in cinema – grande cinema – il potenziale cinematografico latente nel materiale d’origine. In secondo luogo, apre una riflessione sul Tempo: su quello del racconto, certamente, ma anche sul Tempo in quanto tale – il tempo della vita. Pur coprendo più generazioni, “Here” si concentra soprattutto sulle vicende di un personaggio, Richard, interpretato da Tom Hanks. Il film ne racconta l’intera vita, contestualizzandola nel flusso temporale di ciò che la precede e che la segue. In questo modo, “Here” invita a riflettere sull’esistenza individuale in forme che azzardiamo a definire una sorta di “minimalismo massimalista”. Ed è qui, secondo noi, che si cela il livello di senso forse più originale del film.La riflessione sul Tempo risulta suggestiva e coinvolgente grazie alla particolarità del linguaggio visivo escogitato. Il tema della persistenza e della ricorrenza si sviluppa attraverso legami che attraversano i secoli, evocando assonanze e rimandi tra esistenze individuali lontane, parentele segrete in grado di suggerire il travalicamento della solitudine . Ognuno, nel film, viene colto in un frammento di presente, in cui è – come tutti noi – privo di coscienza di vivere in un luogo, certamente ordinario, eppure carico di eventi e di memorie, che risuonano dal passato, e forse persino dal futuro. Poc’anzi abbiamo introdotto la formula ossimorica di “minimalismo massimalista”. Vogliamo dire che il film è costituito all’apparenza da una prevalenza di “scene madri”, ma queste scene in realtà svelano un’essenza minimalista. “Here” mette in scena, alla fin fine, gli eventi più ordinari della vita. Si concentra sì sui più classici momenti da album di ricordi: nascite, morti, compleanni… Ma questi momenti sono messi in scena in modo molto poco spettacolare. Non si afferma che questi momenti siano le cose più significative della vita; al contrario, il film suggerisce che i momenti più significativi vissuti da ciascuno si collocano non “Qui”, ma “altrove”. Fuori campo. E fuori dal tempo del racconto. In un film che si concentra sul “qui”, finiscono per risultare fondamentali le ellissi. Un bel paradosso.
Stefano Santoli, www.ondacinema.it