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HOTEL GAGARIN

un film di Simone Spada

16, 17, 18 ottobre

Cinque italiani squattrinati e in cerca di successo vengono convinti da un sedicente produttore a girare un film in Armenia. Appena arrivati all’Hotel Gagarin, un albergo isolato nei boschi e circondato soltanto da neve, scoppia una guerra e il produttore sparisce con i soldi. I loro sogni vengono infranti, ma nonostante tutto la troupe trova il modo di trasformare questa esperienza spiacevole in un’occasione indimenticabile, che farà ritrovare loro la spensieratezza e la felicità perdute.

Scheda tecnica

  • Titolo Originale

    Hotel Gagarin

  • Regia

    Simone Spada

  • Paese, anno

    Italia,2018

  • Genere

    Commedia

  • Durata

    96'

  • Sceneggiatura

    Lorenzo Rossi Espagnet, Simone Spada

  • Fotografia

    Maurizio Calvesi

  • Colonna sonora

    Maurizio Filardo

  • Montaggio

    Clelio Benevento

  • Interpreti

    Claudio Amendola, Luca Argentero, Giuseppe Battiston, Barbora Bobulova, Silvia D'Amico

Recensione

Hotel Gagarin è una storia di rinascita, di speranza, di fallimenti e nuovi inizi per un’Italia logorata da anni di crisi economica. Dopo oltre vent’anni come aiuto regista per film come Non essere cattivo di Claudio Caligari, Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti, Simone Spada ha scritto e diretto il suo primo lungometraggio, una tragicomica avventura meta-cinematografica. 
Claudio Amendola, Luca Argentero, Giuseppe Battiston, Barbora Bobulova, Silvia D’Amico interpretano i cinque sventurati che vengono inviati in Armenia dal sedicente truffatore, dal volto di Tommaso Ragno, ciascuno improvvisandosi ciò che non è. Spada delinea il ritratto di questi personaggi precari nella vita e nell’anima a cui il cinema offre un destino diverso in un racconto corale trainato da un frizzante humour di gruppo.
Ciascuno diverso, ciascuno alla volta dei propri sogni o più concreti obiettivi, i cinque italiani partono verso l’ignoto in un viaggio che sconvolgerà le loro vite. L’Hotel Gagarin diventa, dunque, punto d’arrivo ma anche di partenza in un percorso esistenziale che ognuno di loro intraprenderà individualmente. L’Italia è, dunque, il bel Paese senza speranze da lasciare per un viaggio senza ritorno in una poetica della fuga che rimanda a Gabriele Salvatores. Un’amarezza di fondo smorza i sorrisi in un misto di nostalgia e rancore per la propria terra dalla quale bisogna partire. Ecco allora che l’Hotel Gagarin diventa specchio di quella grande fabbrica dei sogni che è il cinema, raccontato da Spada tra onirismo e magia. In questo grande albergo lussuoso e vuoto, riservato solo alla troupe italiana, dalla facciata rigorosa in linea con l’architettura delle ex Repubbliche sovietiche, i cinque troveranno il modo di ricostruire i loro sogni infranti cercando di realizzare quelli degli altri. Il cinema, dunque, si offre a loro come il miglior modo di sognare. Nonostante la malinconia e il disagio dell’incertezza dell’esistenza, Spada racconta come si può ricominciare anche quando tutto sembra perduto. Hotel Gagarin è una commedia ironica, intelligente e commovente che allude piuttosto di dire, che fa riflettere anche facendo ridere, il cui senso sembra racchiuso nella frase di Lev Tolstoj, “se vuoi essere felice, comincia”.
Lontano dalla babele romana di colori, corruzione e pressappochismo, rinascono passioni, sentimenti e sogni nelle infinite distese bianche dell’Armenia come pagine bianche da riscrivere. Allora tutto diventa possibile.