I MOSCHETTIERI DEL RE
mercoledì 01/01 - ore 16.00, 18.00 e 20.30
giovedì 03/01 - ore 21.00
venerdì 04/01 - ore 21.00
sabato 05/01 - ore 21.00
domenica 06/01 - ore 16.00, 18.00 e 20.30
Prezzi riservati ai Soci
Intero: 6,5 euro
Ridotto: 5,5 euro (over 65 anni, under 14 anni)
Prezzi al pubblico
Intero: 7 euro
Ridotto: 6 euro (over 65 anni, under 14 anni)
Recensione
Una fiaba d’azione, perfetta come film per famiglie. Questo è Moschettieri del re, commedia corale sui personaggi leggendari di Dumas firmata da Giovanni Veronesi, la cui uscita in sala è prevista per il 27 dicembre. Protagonisti Pierfrancesco Favino, nei panni di D’Artagnan, e i tre moschettieri Valerio Mastandrea, Rocco Papaleo, Sergio Rubini. Sul versante femminile spicca invece la regina Margherita Buy, la giovane Matilde Gioli, Valeria Solarino e Giulia Bevilacqua nei panni di Milady. Girato tra il Palazzo reale di Genova e la Basilicata, il film racconta una banda di moschettieri costretti a reinventarsi.
“Siamo quattro supereroi a cui è stata tolta forzatamente la tutina, ognuno infatti ha ripreso a fare la vita di tutti i giorni. Ad ogni modo, quando la regina ha bisogno di noi ecco che volentieri rinforchiamo le tutine, con tutti i nostri acciacchi e sogni”.
Pierfrancesco Favino
Favino veste i panni del glorioso D’Artagnan, talentuoso soldato e inguaribile donnaiolo, in altre parole (le sue): “un bambinone, un miles gloriosus coraggioso ma goffo”. La responsabilità di portare sullo schermo personaggi che hanno popolato l’infanzia di molti degli spettatori non è affatto lieve: “Sento una grossa responsabilità nel portare D’Artagnan sullo schermo, perché i moschettieri sono alla base dell’immaginario di tutti, appartengono alla cultura mondiale e anche alla nostra”. Il suo moschettiere è un non più giovane animato dal grandissimo talento nel maneggiare la spada che lo contraddistingue. “Un grandissimo soldato, come Maradona per il calcio, di cui mi intenerisce l’animo limpido e pulito”, confida Favino, che ammette di essersi preparato al meglio per tirare di scherma e andare a cavallo.
Quella di Veronesi è, in sostanza, una commedia in costume (“Non c’è contestualizzazione moderna, se non nell’ironia che sei un attore di oggi che sta facendo il classico”), che si serve di un cast di eccezione per raccontare i nobili ideali di una volta, mettendo in scena rocambolesche avventure costantemente sospese tra azione e comicità.