IL PARADISO PROBABILMENTE
11, 12, 13 febbraio
Elia Suleyman parte dalla Palestina per un viaggio a Parigi e a New York dove trova affinità con le situazioni che vive nella sua terra con una domanda: dov’è il luogo che possiamo veramente chiamare casa?
“Come nei miei precedenti film ci sono pochi dialoghi; quello che viene detto assomiglia a monologhi per infondere ritmo e musicalità.”. Purtroppo nel momento in cui, in un lungometraggio, il regista di Nazareth esce dalla sua terra il pregio dell’astrazione che contraddistingueva un film come Il tempo che ci rimane si trasforma in un boomerang.
Scheda tecnica
Titolo Originale
It Must Be Heaven
Regia
Elia Suleiman
Paese, anno
Francia, Qatar, Turchia, Palestina,2019
Genere
Commedia
Durata
107'
Sceneggiatura
Elia Suleiman
Fotografia
Sofian El Fani
Colonna sonora
-
Montaggio
Véronique Lange
Interpreti
Elia Suleiman, Holden Wong, Robert Higden, Sebastien Beaulac, Pascal Tréguy
Recensione
Suleyman vorrebbe farci riflettere su un mondo ormai divenuto surreale anche nella sua quotidianità e per farlo inanella una serie di sketch che vorrebbe far ridere o almeno sorridere e ci riescono purtroppo molto raramente (in uno di essi il successo è attribuibile in gran parte a uno speciale passerotto).
A questo va aggiunto, solo come annotazione, che la divertente sequenza iniziale ambientata in uno dei luoghi sacri cari alla cristianità sarebbe stata ben più coraggiosa se collocata in uno dei centri di culto dell’Islam.
Sarebbe stato interessante prendere nota delle reazioni. Ciò che però risulta più controproducente per la messa in scena del regista di Nazareth è che proprio le rarissime sequenze che comportano dei dialoghi finiscano con l’essere decisamente le più efficaci (una per tutte quella nel taxi newyorkese). È un segnale d’allarme che dovrebbe far riflettere: uno stesso tipo di azione passiva (propria della recitazione di Suleyman) non necessariamente funziona ovunque. Il paradiso non si trova dappertutto.