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IL PIACERE È TUTTO MIO

un film di Sophie Hyde

Mercoledì 9 agosto, ore 21.00

Anfiteatro di Palazzo Toaldi Capra
via Pasubio, 52 – Schio (VI)

In caso di maltempo gli spettacoli saranno annullati.

Recensione

Tutto in una camera d’albergo: Nancy Stokes, insegnante in pensione, ha finalmente deciso. Dopo la morte del marito, che a letto non l’ha mai soddisfatta, è tempo di svelare i tanti misteri che il sesso ancora le riserva. Per questo ha fissato appuntamento per una sessione con Leo Grande, accompagnatore, intrattenitore e terapeuta del sesso che promette di darle ciò che non ha mai avuto. Quando la porta si apre, però, Nancy si rende conto che mettersi a nudo di fronte a uno sconosciuto non sarà poi così facile.

Le fa compagnia il giovane attore irlandese Daryl McCormack, in una di quelle prove che rischiano di far da battesimo a una star del futuro. Insieme duettano a colpi di gag, fraintendimenti, approcci falliti e – pian piano – una conoscenza più intima che tradisce i propositi iniziali di un rapporto professionale e di due identità fittizie.

Nella sceneggiatura della comica e autrice televisiva Katy Brand, l’ambientazione quasi totale della camera d’albergo (in una serie di incontri ripetuti) diventa il terreno levigato e artificiale di una battaglia per la definizione e il controllo delle proprie fantasie. Leo, professionista inappuntabile, le prova tutte per metterla proprio agio e farle scoprire le meraviglie dei sensi che la donna cerca da una vita. Nancy, dal canto suo, non riesce a conciliare mente e corpo né a concepire come il ragazzo possa vivere il suo mestiere così serenamente.

Spesso si parla di prove d’attore “coraggiose”, e in particolare quella di Thompson non può non considerarsi tale, per quanto il termine sia trito. Nel mettersi letteralmente a nudo davanti a uno specchio, l’attrice si fa carico del peso di conversazioni scomode non solo sulla sessualità, ma sul corpo delle donne, in particolare di una certa età, e di come e quanto esso possa mostrarsi.

La regista Sophie Hyde asseconda il tutto con una visione fresca e contemporanea della “sex positivity”, e una messa in scena pulita ed essenziale che lascia ampio spazio all’esercizio teatrale tra i due protagonisti. Tutto, nel film, è raffinato all’ennesima potenza – dalla perfezione letterale di McCormack, che riesce ad accompagnare una celebrazione leggera e ariosa del suo corpo fatto oggetto, a quella paradossale di Thompson, che fa sembrare ogni reazione nervosa e ogni smorfia parte di una coreografia calibrata al millimetro.

Poco male, perché Il piacere è tutto mio è esso stesso una dissezione del vero e del finto, e soprattutto riesce nella missione di parlare di temi scomodi con una dolcezza e tenerezza di fondo che non può che catturare l’animo dello spettatore.