IL RAGAZZO E L’AIRONE
(Giappone / 2023 / Animazione / 123’)
26, 27, 28, 29 febbraio 2024
Il film è ambientato in Giappone durante la seconda guerra mondiale. La storia ruota attorno a un ragazzo di nome Mahito la cui madre viene uccisa in un incendio. Poco dopo suo padre, che lavora in una fabbrica che produce aerei da combattimento, sposa la sorella minore della sua defunta moglie, Natsuko, e trasferisce l’intera famiglia nella grande casa di campagna dei suoi antenati. Mahito, risentito nei confronti di Natsuko per aver preso il posto di sua madre, inizia a esplorare l’area intorno alla casa e scopre una misteriosa torre. Il ragazzo fa amicizia con un airone cenerino parlante che afferma come la madre di Mahito sia in realtà viva ma rinchiusa nella torre in attesa di essere salvata. Una volta entrato, Mahito viene trasportato in un universo alternativo fatto di magia dove la sua ricerca lo mette in contatto con nuovi amici ma anche con tanti nemici.
Recensione
Con How Do You Live? (Il ragazzo e l’airone), Miyazaki ha prodotto uno dei suoi migliori film fino ad oggi, un racconto meta-fantastico sulla memoria e sul superamento del passato portando sulle spalle le proprie preziose esperienze. Il film sembra, tematicamente e visivamente, un film Ghibli perduto della metà degli anni 2000, riemerso da un caveau e proiettato al cinema. Non per questo meno impressionante, ma un pezzo del passato gettato nuovamente nel mondo per ricordare ciò che abbiamo perso. Si potrebbe obiettare che c’è dell’ironia nel fare un film che parla di lasciar andare e andare avanti quando un regista non riesce a portare avanti il suo desiderio di andarsene [Miyazaki ha spesso dichiarato che la sua carriera registica sarebbe terminata, non rispettando però poi l’intenzione], ma forse è per questo che questo film doveva essere fatto. Onestamente, sono rimasta così commossa e colpita da questo film che mi piacerebbe il regista tradisse il suo messaggio e tornasse, solo un’altra volta [Miyazaki ha dichiarato che How Do You Live? sarà il suo ultimo film]. Il pozzo creativo di Miyazaki è ancora pieno e sono sicura che potrebbe creare altri dieci film e avere ancora nuove idee da esplorare. Abbiamo appena scalfito la superficie del suo talento senza fondo. Così come Mahito, nel film, deve accettare la perdita di sua madre, uscire dal cinema dopo la proiezione è stato come chiudere il libro di un’epoca della storia dell’animazione che non riavremo mai più. Gli oggetti dati a Mahito dai personaggi che incontra nel mondo fantastico sono un modo per ricordare la sua avventura e il ricongiungimento con la madre: allo stesso modo noi possiamo sempre rituffarci nel passato vedendo i film di Miyazaki. E abbiamo il dovere di farlo, perché è solo tramandandoli che i ricordi possono continuare a vivere anche dopo che le persone che li hanno creati se ne sono andate. Miyazaki ha accettato che il suo tempo è venuto e se n’è andato, e questo è il suo appello ad essere ricordato dalla prossima generazione. Con questa consapevolezza, tutto, dalla storia complessa del film, fino alla decisione di evitare qualsiasi campagna promozionale, ha avuto senso. Rilasciare un film senza nemmeno un trailer, un’immagine o una sinossi sembra un suicidio mediatico, un fallimento assicurato. È una strategia che potrebbe avere successo solo nelle mani di uno studio e di un regista che negli anni si sono guadagnati il rispetto della stampa e del pubblico. I ricordi sopravvivono solo se li condividiamo con gli altri, assicurandoci che non vengano dimenticati con la nostra scomparsa. Allo stesso modo, se vogliamo che quest’epoca dell’animazione sia ricordata per le generazioni a venire, spetta a noi, come pubblico, difendere la sua voce e condividerla con gli altri. Ghibli e Miyazaki hanno già il loro posto nella storia. Se vogliamo che How Do You Live? ne faccia parte, dobbiamo volerlo trasmettere, tenerlo stretto e portarlo con noi. E, dopo tutto questo, andare avanti.
Alicia Haddick, www.theverge.com