IL SALUTO
venerdì 15 marzo - ore 20.30
A seguire incontro con la polisportiva “Sans Papier” di Schio.
Prezzi riservati ai Soci
5 euro
Prezzi al pubblico
6 euro
Recensione
A seguire incontro con la polisportiva “Sans Papier” di Schio.
16 ottobre 1968, Olimpiadi di Città del Messico. Per la premiazione della finale dei 200 metri piani maschili salgono sul podio gli atleti afroamericani Tommie Smith e John Carlos – medaglia d’oro e di bronzo – e l’australiano Peter Norman medaglia d’argento. Alle note dell’inno americano Smith e Carlos chinano il capo e alzano al cielo il pugno guantato di nero, simbolo del Black Power, per protestare contro la segregazione razziale negli USA e rendere nota al mondo intero la lotta degli afroamericani per l’eguaglianza. Un segno di protesta eclatante, fissato nella storia dell’umanità da una foto divenuta icona del 20° secolo: un saluto divenuto gesto di libertà.
Questo documentario risale al 2008 e deve alla ricorrenza dei cinquant’anni trascorsi da quell’anno che ha segnato la storia della società occidentale: il 1968.
Va detto subito che avrebbe meritato un’uscita all’epoca della sua realizzazione e che quindi va apprezzata la scelta di distribuirlo anche se a dieci anni di distanza. Si potrebbe anzi affermare che la sua valenza è, purtroppo, aumentata in questi tempi di forme più o meno esplicite di razzismo riemergente. Se negli Stati Uniti ci si inginocchia invece di restare in piedi quando risuonano le note dell’inno americano in alcuni stadi e se in Europa ci sono governi che stanno rispolverando, aggiornandola, la difesa della razza un documentario come questo si presenta come utile riflessione.
Anche perché il focus questa volta si sposta da Smith e Carlos su Peter Norman (anche grazie al cognome di uno dei due registi). Dei due atleti afroamericani si scrisse e si sparlò a dismisura all’epoca. Vennero cacciati dalla Federazione Olimpica e le minacce di morte che già li avevano perseguitati continuarono. Ancora in tempi recenti c’è (e qui viene testimoniato) chi ritiene che abbiano ‘sporcato’ le medaglie conquistate grazie a quel loro braccio alzato.