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IO VIVO ALTROVE

un film di Giuseppe Battiston

Mercoledì 12 luglio, ore 21.30

Anfiteatro di Palazzo Toaldi Capra
via Pasubio, 52 – Schio (VI)

In caso di maltempo gli spettacoli saranno annullati.

Recensione

Durante una gita di fotoamatori, due uomini di mezza età di Roma, entrambi di nome Fausto, si conoscono e diventano amici. Il primo è un bibliotecario vedovo e dall’animo gentile, il secondo un tecnico del gas dall’aria dimessa che vive ancora con la madre. Un’improvvisa eredità spinge il primo Fausto e proporre all’amico di mollare tutto e trasferirsi al nord, nelle campagne del Friuli, dove vivere liberi praticando l’agricoltura e cercando l’indipendenza economica. Volenterosi ma inetti, i due Fausto provano inutilmente a imparare sui libri il mestiere di agricoltori e coi loro disastri si alienano le simpatie della gente del luogo. Ingenui e ottusi, anche dopo un incidente non perderanno, però, l’entusiasmo e la voglia di fare…
Per il suo esordio alla regia, Giuseppe Battiston si è ispirato liberamente a “Bouvard e Pécuchet” di Flaubert per una commedia sul ritorno alla natura e sull’incrollabilità dei sogni.
Ma il sogno di entrare in comunione con la terra e i suoi prodotti vale sempre la pena di essere perseguito? E la fiducia nelle proprie capacità, sia pratiche sia intellettuali, è sempre sinonimo di bontà, di coraggio, di forza, e non magari di ossessione, di tenacia mal riposta, o peggio di quel dilettantismo della volontà che rendeva ridicoli già gli amabili e buffi personaggi di Flaubert?
Impegnato in primissima persona nel progetto come regista, sceneggiatore (con Marco Pettenello) e interprete protagonista, in Io vivo altrove! Battiston ha riunito nella sua figura i dubbi di un sognatore e i patetici sforzi di un uomo fallito ma ostinato. Il film stesso, con i suoi toni svagati e bonari, con la sua anima dolce e un po’ programmatica, sembra aver assorbito l’esibita incertezza del progetto: il personaggio dello stesso Battiston, il primo Fausto, compìto ed elegante anche quando zappa la terra, ribalta in maniera interessante la tipica figura dell’attore friulano (ad esempio il matto del villaggio di Il grande sogno, che qui potrebbe tranquillamente essere uno dei cattivissimi abitanti dell’immaginaria Valvana), costringendolo però lo stesso Battiston ad assumere toni forzati e mai del tutto spontanei; la regia è misurata, un po’ impacciata e formale come i due protagonisti, ma per questo inevitabilmente scolastica, senza guizzi; la scrittura, infine, è didascalica ed edulcorata, anche in questo caso per restare al passo con l’ingenuità soprattutto del primo Fausto (che la rivelazione finale inquadra però meglio come uomo segnato dal dolore), finendo però per scadere nel bozzettistico quando raffigura la variegata umanità del paesino di campagna, tra il prete dall’animo combattente, due fratelli un po’ matti ma buoni, una farmacista francese bella e amorevole, i vicini di casa gretti e antipatici…
Resta, come unico aspetto fuori dagli schemi di questo film corretto fino all’anonimato, la strana amicizia fra i due Fausto, con il secondo ben interpretato da un Rolando Ravello il cui piccolo uomo timido e sconfitto aggiorna il personaggio di Romanzo di un giovane povero di Scola (era il 1995). Per fortuna priva di connotazioni omoerotiche, la relazione fra i protagonisti di Io vivo altrove! rappresenta nella sua unicità l’estraneità di due sognatori al mondo che li circonda, rendendoli principi di un mondo inesistente e ridicolo, ma senza dubbio libero, o meglio ancora altrove.
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