L'ULTIMA VETTA
(Commedia / 2023 / Italia / 104')
Domenica 29 gennaio - ore 16.00, 18.00 e 20.30
Biasutti e Perbellini hanno lo stesso nome, Fausto. Entrambi odiano la vita nella grande città. Si conoscono per caso durante una gita per fotoamatori, perdono l’autobus, diventano amici e iniziano a coltivare insieme il sogno di andare a vivere in campagna mantenendosi con il frutto delle proprie fatiche, senza dipendere più da nessuno. Quando Biasutti (Giuseppe Battiston) eredita la vecchia casa della nonna a Valvana, sulle colline del Nord Est, il sogno può finalmente diventare realtà per lui e per Perbellini (Rolando Ravello). L’accoglienza in paese, però, si dimostrerà (molto) meno calorosa del previsto.
Recensione
Perché Io vivo altrove!, prodotto da Rosamont, Rai Cinema, Staragara in collaborazione con Minimum Fax Media e Tucker Film, parte da ambiziose premesse artistiche. Lo script infatti, firmato a quattro mani dallo stesso Battiston e Marco Pettenello, è una libera rielaborazione dell’incompiuto Bouvard et Pécuchet scritto da Flaubert nel 1881 all’indomani della Comune di Parigi («La marea che rischiava di trascinare tutto davanti a sé»), parole che raccontavano di due uomini, due copisti, arricchiti dagli stessi interessi e accomunati dalla medesima passione per l’agricoltura. Battiston parte da qui con Io vivo altrove!, dal rielaborare le intenzioni di Flaubert sotto nuova forma: «Flaubert nel suo libro faceva una critica al sapere enciclopedico. Noi abbiamo invece pensato che i due protagonisti potessero essere due eroi della positività, della voglia di partecipazione e riscatto». Asciugando del tutto la componente critica flaubertiana – feroce invettiva sull’erudizione maldestra e dilettantesca – e accomunando i due uomini da affinità elettive e di desiderio più che di mestiere (un bibliotecario e un perito elettrotecnico), Battiston si muove nel campo del sereno vivere nei tempi moderni raccontando con ironia, leggerezza e spruzzate di umorismo vivace, elegante e mai banale di questi due uomini: «Fausto e Fausto, uomini che non vedono il male e le storture del mondo che li circonda. Li abbiamo voluti far muovere spinti da un desiderio di stare meglio» Sceneggiatura solida, ritmo sempre alto e nessuna caduta per una commedia agrodolce che riflette e fa riflettere risultando sempre credibile e capace di far ridere e commuovere nell’arco di pochi minuti, tra mona, mirtilli e luci che proprio non vogliono saperne di funzionare («è fioca, fioca»).E quindi cos’è Io vivo altrove? Un’opera disincantata e poetica, sincera e buona alla maniera del cinema di Frank Capra, che nella semplicità di intenti di un’amicizia pura, salvifica e priva di secondi fini – più forte di imprevisti e incomprensioni – ci ricorda l’importanza di sapersi fidare, se non perfino donare all’altro in maniera incondizionata (il fienile) e non andarsene quando tutto diventa difficile. Un’opera preziosa – in cui si possono vedere anche le lezioni dei suoi amati registi Carlo Mazzacurati e Silvio Soldini – dove l’incompiuto letterario diventa compiuto cinematografico, svelandoci un Battiston regista davvero eccezionale e brillante tanto quanto il suo essere interprete. Cercatelo e consigliatelo, ne vale davvero la pena.