JOKER: FOLIE À DEUX
(U.S.A. / Drammatico - Musical / 138’)
Sabato 05 ottobre – ore 20.00
Domenica 06 ottobre – ore 15.30, 18.00 e 20.30*
* Spettacolo in Versione Originale Sottotitolata in italiano
In Joker: folie à deux c’è spesso una tv accesa. Lì c’è la storia del doppio di Arthur Fleck, Joker. Viene raccontato il suo passato (il crimine commesso), viene anticipato il suo possibile futuro (il processo e la pena di morte). Come nel film precedente, Joker prepara e mette in scena il proprio spettacolo. Cambia però lo sfondo. Non ci sono più l’illusione delle tracce documentaristiche della New York degli anni ’70 e ’80, ma l’incrocio tra il filone carcerario più claustrofobico e il musical più fiammeggiante. Gran parte di Joker: folie à deux si svolge infatti tra le mura dell’istituto di correzione di Arkham o nell’aula del tribunale. Qui infatti è rinchiuso Arthur Fleck dopo aver ucciso cinque persone (in realtà sei) tra cui il presentatore dello show Murray Franklin che in Joker era interpretato da Robert De Niro. Un giorno il suo sguardo si incrocia con quello di Harley Quinn/Lee, nella stanza dove si fanno le prove del coro. Lei gli racconta che l’hanno rinchiusa lì dentro perché ha dato fuoco alla palazzina dei genitori. In più aggiunge che Arthur ha moltissimi fans, soprattutto dopo che hanno fatto il film su di lui.
Recensione
Joaquin Phoenix e Lady Gaga (travolgente!!!) si sono subito riconosciuti. I loro personaggi e anche gli attori. La loro ‘attrazione fatale’ è scattata dal primo sguardo, anzi dall’odore. La ‘folie à deux’ del titolo – che è stata descritta per la prima volta dai due psichiatri Charles Lasègue et Jules Falret nel 1877 che indica una forma di disturbo delirante che viene trasmessa da una persona che ne è affetta a un’altra dal momento in cui si frequentano – li trascina in un universo parallelo. Dei segni DC Comics restano solo gli schizzi e il trucco del personaggio di Joker. Poi il film è un magnifico delirio. Appunto il musical. L’unica dimensione possibile dove Arthur e Lee possono cantare, amarsi e vivere felici per sempre. Joker: folie à deux recupera l’euforia di Minnelli – già apertamente citato con la scena in tv di Spettacolo di varietà – danza verso Coppola di Un sogno lungo un giorno in un estratto dei numeri delle quindici canzoni della colonna sonora e si accende e prende fuoco anche soltanto con l’immagine di Joker sotto la pioggia, come un Gene Kelly/Stanley Donen in chiave horror.
Ok, è inutile, nascondersi: questo è uno dei più bei omaggi al musical del cinema statunitense del XXI° secolo, altro che La La Land. In più regala numeri trascinanti, come quello di To Love Somebody.E’ un cinema che smaschera i personaggi, li fa convivere con le zone d’ombra più nascoste. In più Joker: folie à deux racconta strordinariamente la contemporaneità esibendo i nervi più scoperti, lasciando affiorare le paure più rimosse, nella luce/buio della metropoli, proprio come la New York di Lumet (Serpico, Quel pomeriggio di un giorno da cani) e Scorsese (Taxi Driver) degli anni Settanta. Cupo e sognante, meticoloso in un Metodo da Actors Studio dove Lady Gaga è ancora una mutante e Joaquin Phoenix si muove facendo vedere le ossa del suo corpo come in una delle immagini iniziali. Un’illusione, un incubo, ancora un’illusione. Un cinema di deliri e risvegli, che ha una forza e una passione travolgenti. Già Joker era bellissimo. Questo lo è allo stesso modo, anzi forse un po’ di più.
Simone Emiliani, www.sentieriselvaggi.it