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KISSING GORBACIOV

un film di Andrea Paco Mariani Luigi D’Alife
(Italia / 2023 / Documentario / 96’)

Mercoledì 19 giugno, ore 21.30

Festa europea della musica

Anfiteatro di Palazzo Toaldi Capra
via Pasubio, 52 – Schio (VI)

In caso di maltempo gli spettacoli saranno annullati.

Recensione

Tutto nasce da un sogno, quello che gli organizzatori del festival “Le idi di marzo”, Antonio Princigalli e Sergio Blasi – che in seguito avrebbe dato vita alle Notti della Taranta – fanno nel 1988: invitare alcuni gruppi musicali sovietici a suonare a Melpignano, e portare alcune band italiane a suonare in Russia. La cosa incredibile è che ci riuscirono: le band sovietiche arrivano in Salento. E i CCCP finiranno a suonare a Mosca e a Leningrado. Il film ricostruisce la parte italiana e quella sovietica di quel doppio tour, con materiale d’archivio, le testimonianze di testimoni di quel momento, come i giornalisti Alba Solaro, Francesco Costantini e del critico musicale Gino Castaldo. E con la testimonianza dei componenti storici dei CCCP, che per la prima volta dopo anni rivediamo insieme. Una reunion per il film, a casa di Giovanni Lindo Ferretti sull’Appennino tosco/emiliano. Ma che potrebbe anche preludere ad altri progetti.

Utopie, sogni. Questa è una storia di utopie e sogni. Quelli di ragazzi italiani che vedevano nel socialismo una promessa di libertà, di rivoluzione, che sognavano la Russia come luogo di una rivoluzione realizzata. E i sogni dei russi, che vedevano invece la stessa utopia nell’Occidente capitalista. Ventenni italiani che sognano Mosca: ventenni di Mosca che sognano il rock e l’Europa. Per capire alla fine, sia gli uni che gli altri, che si stavano sbagliando, e che l’utopia, lo dice parola stessa, non è in nessun luogo. Kissing Gorbaciov documenta una stagione folle della musica italiana, raccoglie le schegge di un passato che sognava un futuro mai realizzato.

È paradossale, questo film che mette insieme il Salento, l’Emilia e quella che allora era chiamata Unione sovietica. Una terra che ancora non era nata alla musica, che ancora non era diventata di moda, ma era soltanto una immensa pianura di olivi massicci e secolari; una terra, l’Emilia, con altre pianure infinite e tanta musica, tanti musicisti dentro; e una terra sterminata, dove un’utopia di felicità per tutti si era trasformata presto in un incubo autoritario, e che in quel momento stava andando a pezzi, stava diventando la caricatura di se stessa, un mondo allo sfascio.

1988: trentacinque anni fa. I film che vedevamo in quegli anni, erano film americani che mescolavano tecnologia, ottimismo, commedia: Chi ha incastrato Roger Rabbit?, Un pesce di nome Wanda, Rambo III, I gemelli, Good Morning Vietnam, Beetlejuice, Dirty Dancing. C’era l’edonismo reaganiano. Presidente degli Stati Uniti era Ronald Reagan, che nel 1985 aveva detto, nel fuori onda di una conferenza stampa: “per recuperare gli ostaggi, la prossima volta mando Rambo”. La Guerra fredda c’era ancora, sì. Ma qualcosa nel ghiaccio si incrinava. I russi stavano smettendo di essere cattivi nei film. Schwarzenegger, in Danko, impersonava un capitano di polizia sovietico molto simpatico, nel primo film americano autorizzato a girare nella Piazza Rossa a Mosca.
di Giovanni Bogani, mymovies.it