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LA FAVORITA

un film di Yorgos Lanthimos

05, 06*, 07 marzo 2019

Inghilterra, inizio XVIII secolo. Pur sedendo sul trono, Anna d’Inghilterra, tanto fragile quanto volubile, non è la vera regnante: è l’intima amica Lady Sarah Churchill (Rachel Weisz) a reggere non solo la regina, ma pure l’intero Impero. Ma regnare, soprattutto in un periodo di conflitto (l’Inghilterra è in guerra contro la Francia), richiede tempo, e, conseguentemente, l’impossibilità di fiancheggiare la regina in modo continuo. È in questo vuoto che si inserisce Abigail Masham (Emma Stone), che entrerà ben presto nelle grazie della regina. Per la nuova arrivata, si tratta dell’ultima occasione per riaffermare lo status aristocratico di una famiglia caduta in disgrazia. Il conflitto tra Lady Sarah e Abigail per rivestire il ruolo “della favorita” non sarà esente da bassezze di ogni tipo, ma, come ben si sa, in guerra come in amore non si fanno prigionieri.

Scheda tecnica

  • Titolo Originale

    The Favourite

  • Regia

    Yorgos Lanthimos

  • Paese, anno

    U.S.A.,2018

  • Genere

    Biografico

  • Durata

    120'

  • Sceneggiatura

    Deborah Davis, Tony McNamara

  • Fotografia

    Robbie Ryan

  • Colonna sonora

    -

  • Montaggio

    Yorgos Mavropsaridis

  • Interpreti

    Emma Stone, Rachel Weisz, Olivia Colman, Nicholas Hoult, Joe Alwyn

Recensione

Viene comunemente definita la prima guerra dei tempi moderni quella che si svolse fra il 1702 e il 1707 tra la Francia e l’Inghilterra della regina Anna, sotto il cui Regno prese forma il sistema a due partiti, tory e whig. The Favourite parte da qui, costruendo intorno alla sovrana un’altra guerra più intima e forse più spietata, quella fra le sue cortigiane lady Sarah Churchill, duchessa di Marlborough e la sua giovane cugina Abigail Masham, una battaglia fra le mura di palazzo e soprattutto della camera da letto della reggente, donna insicura e labile di carattere e di psiche.

L’atmosfera tesa all’interno della reggia, il senso di precarietà che vi si respira (nella scala del potere si sale e si scende con la stessa rapidità), non appartiene solo alla vita di corte ma è piuttosto il sintomo di un’epoca del sospetto. Tra la fine del XVII e l’inizio del XVIII secolo per i sudditi inglesi esistono due grandi pericoli, strettamente associati: il Papa e la Francia cattolica. Il Papa non ha ancora digerito la riforma anglicana del 1534 e, pertanto, il sospetto che un re possa cercare di ripristinare il cattolicesimo è sufficiente per la sua deposizione, lo testimonia la “gloriosa rivoluzione”. Allo stesso tempo, contro la Francia cattolica è in atto l’ennesima guerra anglo-francese (scontro che si inserisce all’interno della guerra di successione spagnola).

Lanthimos nel rappresentare gli intrighi di corte che coinvolgono Abigail e Lady Sarah porta la cultura del sospetto alle sue estreme conseguenze. La figura della regina assume in questo contesto un ruolo nevralgico. Anna, alla costante ricerca di affetto, seminferma per la gotta, “affettuosa con i suoi 17 coniglietti (tanti quanti i figli nati morti o persi prima del parto)”, costituisce il trofeo di caccia perfetto per chi, come le protagoniste, è disposto a tutto per raggiungere una posizione al vertice del potere. Non vi è spazio per alcun sentimento in questa complessa partita a scacchi in cui ognuno sceglie la strategia più efficace per screditare la reputazione dell’altro.

Guerra tra dame fatta di soli colpi bassi, insomma, mentre a corte ci si diverte con la corsa delle oche, la battaglia delle arance, il tiro al piccione (vero, lanciato da un indiano con il turbante).

“Sei qui per sedurmi o per stuprarmi?”, chiede la servetta all’uomo imparruccato che fa irruzione nell’umile stanzetta. “Sono un gentiluomo”, risponde lui. “Allora per stuprarmi”, conclude la serva che diventerà padrona.

 

The favorite è un film dall’ironia tagliente che mette a nudo l’atemporalità delle relazioni di potere. Aldilà del contesto storico, l’ultima opera di Lanthimos è solo marginalmente un film di costume. L’analisi minuziosa del comportamento delle due “prime donne”, la loro strenua lotta per il conseguimento di una meta il cui raggiungimento spetta — inevitabilmente — solo ad una, rivelano comportamenti più attuali di quanto da un film in costume ci si possa immaginare. Da non perdere.

 

Giaime Ernesto Pupin