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LA VITA DA GRANDI

un film di Greta Scarano
(Italia / 2025 / Commedia / 96’)

Giovedì 31 luglio, ore 21.30

In collaborazione con Associazione Contro l’Esclusione

Anfiteatro di Palazzo Toaldi Capra
via Pasubio, 52 – Schio (VI)

In caso di maltempo gli spettacoli si svolgeranno
al 1° piano di Palazzo Toaldi Capra, in Sala Affreschi.

La programmazione potrebbe subire variazioni.

Recensione

Irene vive la sua vita a Roma, quando sua madre le chiede di tornare per qualche giorno a Rimini per prendersi cura del fratello maggiore autistico, Omar. Una volta insieme, Irene scopre che Omar ha le idee chiarissime sul suo futuro e sui suoi sogni. Per realizzarli però deve diventare autonomo: con Irene inizia un tenero e toccante corso intensivo per diventare “adulto”. Nella loro casa piena di ricordi, Irene e Omar affrontano insieme paure e speranze e scoprono che per crescere, a volte, bisogna essere in due.
Una tenera commedia di formazione emotiva a due teste, che segna il debutto alla regia dell’attrice Greta Scarano. Nel suo La vita da grandi mette tutto il suo cuore, la dolcezza e quell’approccio irriverente al mondo che restituisce sullo schermo attraverso la figura di Irene, interpretata al meglio da Matilda De Angelis. Una ragazza carismatica, dallo spirito rock e dalla battuta pronta, che ha scelto un compagno protettivo e una vita lontana dalla famiglia. Ma il nòstos, Omero insegna, è un viaggio inevitabile e pieno di peripezie da cui non si può che tornare cambiati. Specie se si ritorna nella casa abitata da un fratello speciale come Omar. Lo interpreta l’ottimo Yuri Tuci, attore autistico scovato per caso in rete grazie al trailer del suo spettacolo Out is me. Il ritorno di Irene nella sua vita cambierà entrambi, tutti e due dovranno crescere e confrontarsi con “la vita da grandi” del titolo. Ne sintetizza bene il senso Scarano che cofirma anche la sceneggiatura, l’adultità è la capacità di fare delle scelte. Anche sbagliate.
Folgorata dal libro di Damiano e Margherita Tercon (i Terconauti) Mia sorella mi rompe le balle. Una storia di autismo normale, Scarano firma una commedia garbata che parla di sogni, legami familiari, inclusione, ma anche chiassose cene familiari davanti al televisore, tra racconti, incomprensioni e recriminazioni (spicca la performance di Maria Amelia Monti, nel ruolo della madre legittimamente apprensiva). Al suo debutto nel lungometraggio la neoregista dimostra di avere già uno stile definito – chi aveva avuto modo di vedere il suo corto Feliz Navidad lo sapeva – e di non aver paura di osare una storia e un tema su cui era facile schiantarsi, sprofondando nella retorica o nel ricatto morale. Questo film riesce a evitare entrambi, puntando tutto sull’ironia e la verosimiglianza della messa in scena: finalmente un cinema italiano lontano dagli agi ostentati dell’alta borghesia, che mostra la quotidianità di famiglie “normali”. Tanto è coinvolgente il racconto del legame che si rinsalda tra i due protagonisti, tra conflitti, risate, paure e speranze condivise. Affronteranno anche il tema cruciale per tutti i fratelli del mondo – specie per chi ha sorelle/fratelli con handicap – del “cosa fare dopo la morte dei genitori”.
Più vicino alla commedia di formazione che al dramma esistenzialista, l’opera fluisce con un buon ritmo senza mai dimenticare il binomio efficace di cuore e umorismo, profondità e leggerezza, neanche nella scena del reality show, dove spuntano Mara Maionchi, Ferzan Ozpetek, Valerio Lundini e Malika Ayane. Oltre a sensibilizzare su temi importanti come autismo, inclusione sociale e autodeterminazione delle persone con disabilità, invitando con scanzonata leggerezza a oltrepassare ogni pregiudizio, etichetta e stereotipo di sorta, Scarano ricorda a chi guarda che la fratellanza non è un legame scontato. Si costruisce giorno dopo giorno concentrandosi sulle potenzialità dell’altro, più che sui limiti o difetti, impegnandosi reciprocamente a supportare più che a sopportare. 
Claudia Catalli, www.mymovies.it