LADY BIRD
10, 11, 12 aprile
Christine risponde solamente al nome di “Lady Bird” (letteralmente: Coccinella — questo lo pseudonimo scelto dalla protagonista per dar voce alla propria ribellione —), ha 17 anni e vive a Sacramento, in una California provinciale che detesta e dalla quale sogna di andarsene.
Scheda tecnica
Titolo Originale
Lady Bird
Regia
Greta Gerwig
Paese, anno
U.S.A.,2017
Genere
Commedia drammatica
Durata
93'
Sceneggiatura
Greta Gerwig
Fotografia
Sam Levy
Colonna sonora
Jon Brion
Montaggio
Nick Houy
Interpreti
Saoirse Ronan, Laurie Metcalf, Tracy Letts, Lucas Hedges, Timothée Chalamet, Beanie Feldstein, Lois Smith
Recensione
“Chiunque parli dell’edonismo californiano, non sa che cosa sia trascorrere un Natale a Sacramento”, scriveva verso lo fine degli anni ’70 Joan Didion, acclamata giornalista, scrittrice e saggista statunitense. Esponente di spicco del New Journalism, uno stile in cui la soggettività dell’autore diventa il fulcro dello stesso messaggio comunicativo, J. Didion esplorava i valori culturali e le esperienze dell’american way of life sullo scorcio degli anni Sessanta, includendo sentimenti e aneddoti personali narrati in prima persona, intrecciando un dialogo con il lettore in cui la realtà era sì filtrata, ma soprattutto arricchita, dallo sguardo critico della giornalista.
Joan Didion è nata a Sacramento, proprio come Greta Gerwig, attrice apprezzata per le sue delicate interpretazioni (specialmente nei film di Noah Baumbach, da Lo stravagante mondo di Greenberg all’indimenticabile Frances Ha) e che ora con Lady Bird passa alla regia con quella stessa grazia, quella stessa sensibilità un poco naïf.
Non è un caso che quest’opera, ampiamente autobiografica, sia ambientata proprio a Sacramento e si apra con la frase di J. Didion che abbiamo ricordato. Siamo nell’anno scolastico 2002/03 e Christine McPherson (perfetta nella parte l’attrice Saoirse Ronan) è l’alter-ego di Greta Gerwig. Christine risponde solamente al nome di Lady Bird, cercando così di distinguersi all’interno di un liceo e di una città dove detesta stare, animata da uno spirito e da ambizioni artistiche che spera, prima o poi, di realizzare. Ma i suoi propositi e, in particolare, il desiderio di trasferirsi nella East Coast per studiare teatro alla Columbia University, devono fare i conti con le ristrettezze economiche della famiglia.
Del resto tutti i rapporti descritti nel film sono temperati e condizionati dal denaro.
C’è l’amicizia di Lady Bird con Julie, che vive in un modesto appartamento con la madre single, e la sua relazione con Danny, che vive in una “casa da sogno” e che Christine visiterà per la prima volta in occasione della Festa del Ringraziamento. C’è poi la sua seconda relazione con Kyle, che a parole disprezza il denaro, salvo poi vivere attorniato dagli agi, in attesa di iscriversi ad un prestigioso college privato.
Dietro a queste avventure solo all’apparenza banali, la regista distilla con discrezione piccole gocce di malinconia, di quelle che accompagnano la fine di un periodo, il cambiamento inevitabile di una famiglia e di una relazione filiale.
Giulia Dal Santo