LEGGERE LOLITA A TEHERAN
(Italia, Israele / Drammatico / 108')
Sabato 23 Novembre – ore 18.00
Domenica 24 Novembre – ore 16.00
L’adattamento di un libro offre delle opportunità e nasconde delle insidie, maggiori quando un titolo rappresenta ormai un immaginario consolidato ed il successo fa crescere delle aspettative. Assumendosi il rischio di trasformare in immagini un classico come Leggere Lolita a Teheran di Azar Nafisi, Eran Riklis prova a schivare le insidie con una trasposizione fedele ma pedissequa, troppo ingessata in una struttura che però garantisce solidità al racconto. Il romanzo autobiografico delle scrittrice iraniana, diviso in 4 capitoli (Lolita, Il grande Gatsby, Daisy Miller e Orgoglio e pregiudizio) è la cronaca del suo ritorno in patria dopo il successo della rivoluzione islamista guidata dall’ayatollah Khomeyni, per assumere il ruolo di docente di letteratura inglese all’università dopo un periodo di studi negli States, diventati intanto primo bersaglio di una propaganda anti occidentale, il grande Satana.
Recensione
L’attenzione è focalizzata soprattutto a mostrare il rapido sgretolamento dei diritti, soprattutto quelli delle donne, private della libertà, responsabili del pubblico pudore, costrette ad indossare il velo, arrestate, sequestrate, torturate ed uccise da un regime totalitario incline alla barbarie. I salti temporali assecondano questo scivolamento nel buio, da un primo momento di incertezza e di opposizione, in cui ancora una speranza si univa al cambiamento, agli anni successivi con il tradimento già consumato ed il fanatismo religioso imperante in ogni minimo aspetto del quotidiano.Forse quello che manca è la lacuna, il vuoto, la perdita racchiusa nel rimpianto o nei sogni dei giovani cresciuti tra i divieti e le proibizioni, quel senso di sconfitta e di impotenza che tra le pagine cresce in maniera dirompente. Manca il segno di ribellione della poesia, dell’immaginazione e del sangue. Ma anche così, imperfetto e gelido, restano micidiali la potenza della verità, il messaggio politico e la richiesta d’aiuto, la denuncia di uno stato delle cose degenerate in una persecuzione fisica e psicologica. Le ragazze del simposio segreto, riunite nella casa di Azar che una volta a settimana accoglie un circolo letterario quando è interdetto anche un semplice scambio di opinioni, fanno da scudo ad un mondo esterno che porta i segni di una realtà mutata in peggio, con le pareti degli edifici invase dal ritratto della guida spirituale, imbrattatate di scritte intimidatorie e le guardie armate in strada ad incitare i martiri caduti per la causa. Nonostante sia privo della brillantezza e dell’originalità della sua fonte, conseguenza di un vissuto, di una minaccia percepita sulla pelle, è un film utile e necessario, che riesce a cogliere sicuramente il gusto amaro della sconfitta e quel desiderio di fuggire via lontano.
Antonio D’Onofrio, www.sentieriselvaggi.it