L’INGANNO
05, 06, 07 dicembre
In piena guerra di Secessione, le educande di un collegio femminile del profondo Sud raccolgono un soldato nordista gravemente ferito. Installatosi nel collegio per la convalescenza, concupito dalla direttrice — e dalle altre femmine tutte, ragazzine comprese —, costui innescherà la miccia di rivalità latenti, in una spirale carica di violenza psicologica e tensioni sessuali a lungo rimaste represse. Fino a quando i nodi non verranno al pettine…
Scheda tecnica
Titolo Originale
The Beguiled
Regia
Sofia Coppola
Paese, anno
Usa,2017
Genere
Drammatico, Western
Durata
91'
Sceneggiatura
Sofia Coppola, Thomas Cullinan, Albert Maltz, Irene Kamp
Fotografia
Philippe Le Sourd
Colonna sonora
Laura Karpman
Montaggio
Sarah Flack
Interpreti
Colin Farrell, Nicole Kidman, Kirsten Dunst, Elle Fanning, Angourie Rice, Oona Laurence, Addison Riecke, Emma Howard, Matt Story
Recensione
Sadismo e merletti con una postilla
«Ho deciso di misurarmi con il genere», spiegava qualche tempo fa Sofia Coppola riferendosi a “The Beguiled”, vecchio film del 1971 di Don Siegel con Clint Eastwood, tratto da un romanzo di Thomas Cullinan, da noi fantasiosamente ribattezzato “La notte brava del soldato Jonathan”. Passato in sordina in quegli anni — Don Siegel era allora il regista di film come “L’invasione degli ultracorpi”, “Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo” e di “Fuga da Alcatraz” —, rivalutato successivamente, si è guadagnato nel tempo una meritata fama fino a diventare di culto.
Chi abbia visto il film, si chiederà a quale genere possa essere ascritta l’inconsueta opera, che narra di un soldato piuttosto malconcio — nell’originale era Clint Eastwood — tratto in salvo e preso in cura da un gruppo di educande ai tempi della Guerra di secessione americana. Ristabilitosi, il confederato si rivelerà ben presto un autentico ganzo tanto che educande e direttrice cominciano a fantasticarci sopra. Naturalmente, al macho regista Don Siegel interessavano ben poco i turbamenti amorosi di un gruppo di caste fanciulle e, nell’originale, l’opera prenderà una piega tutta incentrata sul sadismo: sottilmente psicologico prima, marcatamente fisico, quasi granguignolesco, poi. A far da cornice, una spettacolare fotografia sui toni del seppia, carica di rimandi alle fiabe tradizionali (Cappuccetto rosso su tutte).
Nel 2016, su consiglio del proprio produttore esecutivo, Sofia Coppola si riappropria del romanzo originale di Thomas Cullinan e, anziché realizzare un puro remake del film di Siegel, che era costruito secondo il punto di vista dell’uomo, decide di girare l’opera adottando il punto di vista femminile. Eccola perciò ritornare su di un tema a lei caro: questo pensionato di giovani donne ricorda incessantemente il gineceo vaporoso delle “Vergini suicide” (splendida opera prima della cineasta, nel 2000) e l’attrice Kirsten Dunst rappresenta il trait d’union tra i due — non più una liceale, ma una ex-educanda divenuta istitutrice e divorata da una latente frustrazione.
Come molti personaggi dei precedenti film di Sofia Coppola, Miss Martha e le sue collegiali vivono in un regno parallelo al mondo ordinario, all’interno di una bolla dorata che è bozzolo e prigione al contempo. «Nous sommes des filles», recitano le ragazze durante le lezioni di francese e il film di Sofia Coppola è, in parte, una riflessione sulle sfumature e i paradossi del femminile. Ma è anche il ritratto di un gruppo di donne diverse per tipo e per temperamento che si troveranno a competere tra loro per ingraziarsi i favori del soldato Jonathan McBurney, nel momento in cui costui deciderà di servirsene a proprio vantaggio, sfruttando, a seconda del caso, la loro vanità o le loro insicurezze.
Colin Farrell, con la barba curatissima pure in guerra e il ciuffo spettinato ad arte, i camicioni da notte, a metà tra il macho e l’orsachiotto, è Jonathan McBurney e rimpiazza Clint Eastwood in questo remake, mentre a Nicole Kidman tocca la parte della direttrice tutta d’un pezzo che già fu di Geraldine Page. Che cosa vedrà nel nuovo film il pubblico che non ha visto il vecchio? Un horror? Può essere. Ma con una postilla: non sono le femmine a ingannare, come vorrebbe il titolo. Sono i maschi che, stuzzicati nel loro narcisismo, crederebbero a qualsiasi cosa.
Giulia Dal Santo
Sofia Coppola
Regista, sceneggiatrice e attrice statunitense. Figlia del regista Francis Ford Coppola, fa il suo esordio nel cinema da neonata interpretando il bambino di cui si celebra il battesimo nel “Padrino Parte I”.
Il debutto da regista avviene nel 1999 con Il giardino delle vergini suicide, tratto dall’omonimo romanzo di Jeffrey Eugenides.
Nel 2004 ottiene una candidatura all’Oscar al miglior regista per “Lost in Translation – L’amore tradotto”, che le varrà l’Oscar alla migliore sceneggiatura originale, il Golden Globe e l’Independent Spirit Award nella stessa categoria. Nel 2006 dirige il biopic Marie Antoinette, candidato alla Palma d’oro al Festival di Cannes.
Vince nel 2010 il Leone d’oro al miglior film per “Somewhere” alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Nel 2013 dirige “Bling Ring” e nel 2017 “L’inganno”, remake dell’omonimo film del 1971 di Don Siegel, con il quale si aggiudica il Premio per la miglior regia al Festival di Cannes 2017.