L’UFFICIALE E LA SPIA
28, 29, 30 gennaio
Nel gennaio del 1895, nel cortile dell’École Militaire di Parigi, Georges Picquart (Jean Dujardin), un ufficiale dell’esercito francese, assiste alla pubblica condanna e all’umiliante degradazione imposta ad Alfred Dreyfus, capitano ebreo, accusato di essere stato un informatore dei nemici tedeschi. La corte marziale condanna il traditore Dreyfus all’esilio sull’isola del Diavolo, nella Guyana francese. Il caso sembra archiviato, quando Georges Picquart, diventuto capo dell’unità di controspionaggio militare, si rende conto che le informazioni segrete continuano ad arrivare ancora ai tedeschi, la spia potrebbe non essere il giovane capitano francese. Il colonnello Picquart inizia così le indagini che porterà avanti per un lunghissimo periodo con l’intento di scoprire la verità, mettendo in discussione la sua stessa figura, combattendo contro un’intera nazione.
Scheda tecnica
Titolo Originale
J'accuse
Regia
Roman Polanski
Paese, anno
Francia, Italia,2019
Genere
Drammatico
Durata
126’
Sceneggiatura
Robert Harris, Roman Polanski
Fotografia
Pawel Edelman
Colonna sonora
Alexandre Desplat
Montaggio
Hervé de Luze
Interpreti
Louis Garrel, Emmanuelle Seigner, Jean Dujardin, Mathieu Amalric, Grégory Gadebois
Recensione
L’affare Dreyfus fu un grande conflitto politico e sociale che divise la Francia tra il 1894 e il 1906. All’origine di tutto c’era l’accusa di spionaggio per la Germania mossa al capitano di origine ebraica Alfred Dreyfus. La vicenda si inserisce nel contesto dell’antisemitismo imperversante nella società di allora e nel clima politico avvelenato dalla perdita dell’Alsazia e della Lorena, subita dai francesi per opera dell’Impero tedesco di Bismarck nel 1871. L’affare costituì lo spartiacque nella vita francese tra i disastri della Guerra franco-prussiana e la Prima Guerra Mondiale: costrinse ministri a dimettersi, creò nuovi equilibri e raggruppamenti politici, spinse a un tentato colpo di Stato. Si crearono e scontrarono, nell’arco di due decenni, due campi profondamente opposti: i “dreyfusardi”, che difendevano l’innocenza di Dreyfus (tra loro si distinse Émile Zola con il suo intervento giornalistico denominato “J’accuse”), e gli “antidreyfusardi”, partigiani della sua colpevolezza.
Roman Polanski ha scritto la sceneggiatura insieme a Robert Harris, autore del romanzo da cui il film è tratto, L’ufficiale e la spia (The Dreyfus Affair), in Italia edito Mondadori. Da un romanzo di Harris il regista premio Oscar per Il pianista aveva già tratto nel 2010 il suo L’uomo nell’ombra. Nel cast del film troviamo Jean Dujardin, Louis Garrel, Emmanuelle Seigner e Grégory Gadebois.
Roman Polanksi sta lavorando al film da sei anni ormai: la prima volta annunciò il progetto nel 2012 da Cannes. Allora il regista disse di volersi dedicare a questa storia perché era qualcosa di “assolutamente rilevante per ciò che sta accadendo oggi nel mondo”. Nello specifico: “lo spettacolo ancestrale della caccia alle streghe condotta da una minoranza, la paranoia sulla sicurezza, i servizi segreti fuori controllo, una stampa rabbiosa”, aveva detto Polanski, nel 2012 già sfuggito a parecchi tentativi di estradizione dal momento che la Francia non consente l’estradizione dei propri cittadini. Un anno dopo, per togliere definitivamente dubbi sul fatto che lui per primo stesse paragonando la vicenda del capitano alla sua, Polanski dichiarò all’emittente radiofonica francese Rtl: “Quello che mi affascina è l’aplomb con il quale all’epoca di Dreyfus i media avevano persistito nel mentire, al pari dell’esercito. Capita spesso che oggi riviste e giornali raccontino menzogne sul mio conto. Anche se reagisco, loro avranno sempre l’ultima parola. E non ammetteranno mai di avere sbagliato, esattamente come gli esponenti dell’esercito francese ai tempi dell’affaire”.
Fonti: La repubblica e wikipedia