MIA
(Drammatico / 2023 / Italia / 108')
Domenica 16 aprile - ore 16.00, 18.00 e 20.30
Mia è un’adolescente alle prese con un amore malato. Sergio è un padre premuroso che non si dà pace nel non vederla felice e, sopraffatto dalla disperazione, medita vendetta.
Il cinema di Ivano De Matteo non lascia scampo. Mette in scena storie crude, durissime, intrise di realismo, spesso disperate, a volte scioccanti, puntualmente capaci di mettere in questione chi guarda. Un cinema senza compromessi, da prendere o lasciare, dove tutto odora di vero, le facce, le case, le strade, le dinamiche tra i personaggi, le loro emozioni. Fino alle più estreme, esplosive e devastanti. Al centro della nuova storia, sempre firmata con Valentina Ferlan, c’è Sergio, infermiere del 118 che inizia a notare comportamenti strani in sua figlia Mia, alle prese con il suo primo amore. Un amore ossessivo e possessivo, morboso, che minaccia seriamente la sua serenità e finisce per usarle violenza fisica e psicologica. Qual è il ruolo di un padre in tutto questo? Si può proteggere una figlia dai pericoli e dalle esperienze più dolorose della vita? Sono gli interrogativi che solleva questo dramma familiare angosciante che procede in un crescendo di tensione, sfruttando la bravura dei suoi interpreti.
Recensione
Da Edoardo Leo, impeccabile in uno dei personaggi più complessi ed emotivamente provanti mai interpretati, fino all’esordiente Greta Gasbarri, perfetta nel ruolo di Mia. Una ragazza contemporanea che s’innamora del ragazzo sbagliato. A interpretarlo, in modo convincente, c’è Riccardo Mandolini, nel personaggio probabilmente più detestabile di sempre. È il ragazzo morboso e violento che rovina la vita di Mia e dei suoi genitori, riuscendo a spegnere anche il sorriso di sua madre, sempre pronta a risollevare il morale di famiglia, interpretata da Milena Mancini.
l dolore irrompe nella vita di questa famiglia provocando crepe di incomunicabilità, disagio, tensione tra i suoi componenti. De Matteo lo racconta mettendosi dichiaratamente dalla parte del padre, seguendolo nella sua parabola esistenziale fatta di sconfinato amore paterno e patriarcale voglia di riscatto, di rivincita su quella che considera una sua proprietà (la “sua” bambina, chiamata Mia forse non a caso) che gli viene di colpo sottratta. Nasce a poco a poco una sete di vendetta che monta silenziosa fino a implodere in un finale di rabbia che tuttavia porta la storia altrove, su un binario che non riguarda più la famiglia (né il caso di amore malato raccontato fino ad allora) ma la giustizia tout court, o meglio la voglia di farsi giustizia da soli. È qui che scricchiola la storia, cedendo il passo a materiale narrativo utile semmai per un altro film, magari un ipotetico sequel.
Claudia Catello, www.mymovies.it