MONTPARNASSE. FEMMINILE SINGOLARE
06, 07, 08 novembre
Un gatto sotto braccio, una serie di porte sbattute in faccia, neanche il becco di un quattrino in tasca: ecco Paula, di ritorno a Parigi dopo una lunga assenza. Con una sola certezza: ricominciare daccapo, con entusiasmo e allegria.
Scheda tecnica
Titolo Originale
Jeune femme
Regia
Léonor Séraille
Paese, anno
Francia,2018
Genere
Drammatico
Durata
97'
Sceneggiatura
Clémence Carré, Bastien Daret, Léonor Serraille
Fotografia
Emilie Noblet
Colonna sonora
Julie Roué
Montaggio
Clémence Carré
Interpreti
Laetitia Dosch, Grégoire Monsaingeon, Souleymane Seye Ndiaye, Léonie Simaga, Nathalie Richard
Recensione
«Ero tutto per lui e ora non sono più niente». Paula racconta la sua vita in maniera sconnessa e frenetica all’ospedale dove l’hanno portata dopo che ha tentato di sfondare la porta di Joachim, celebre fotografo con cui ha condiviso la propria vita per dieci anni e che adesso, di ritorno da Parigi dopo un lungo soggiorno in Messico, non vuole più vederla. A 31 anni, la porta della dolce vita si chiude e Paula si ritrova improvvisamente nella capitale senza un soldo e senza alcuna possibilità di riavvicinarsi alla sua famiglia (“i miei genitori? Non ci vediamo più. Io e loro sullo stesso pianeta, non è proprio possibile!”). Ma questa personalità debordante, diretta, dotata di una socievolezza a tratti nevrotica, non manca di risorse e sono le sue tribolazioni tragicomiche che racconta Montparnasse-femminile singolare (titolo originale, Jeune femme), primo lungometraggio della giovane cineasta francese Léonor Serraille, Caméra d’Or nel 2017 al Festival di Cannes.
Oltre alla notevole performance d’attrice di Laetitia Dosch — il film si regge letteralmente sulle sue spalle — una delle qualità maggiori di Montparnasse-femminile singolare sta nell’ottima sceneggiatura scritta dalla stessa regista, i cui piccoli dettagli rendono graziosamente divertenti alcune situazioni che altrimenti avrebbero potuto tendere al drammatico. Dal gatto dell’ex che Paula si trascina dietro dappertutto dopo aver accarezzato l’idea di sbarazzarsene — l’idea le verrà nel selciato del cimitero di Montparnasse — fino all’ospitalità offerta da conoscenti molesti e arrapati da dover respingere, o quando si improvvisa baby-sitter senza avere alcuna esperienza. Paula attraversa in qualche modo ogni difficoltà, riuscendo a rompere il ghiaccio in una Parigi dove gli abitanti sono “isolati nel mondo e isolati fra di loro”.
Ma la vena fantasiosa della protagonista è così toccante soprattutto perché si tratta di una donna emotivamente ferita dal rifiuto, priva di voci amiche da cui trarre conforto, che rischia di cadere nell’estrema povertà e che cerca invano di recuperare un rapporto con una madre più che riluttante, barcamenandosi tra una serie di lavori improvvisati. Attraverso il ritratto di una personalità naïf, una giovane donna che pare caduta dalle nuvole, Léonor Serraille riesce a conciliare con leggerezza generi diversi, facendo sorridere di situazioni altrimenti drammatiche senza mai perdere la giusta distanza e il rispetto per il suo personaggio.
Il risultato è un delizioso film sociale dove si intrecciano i temi della solitudine e della difficoltà di reperire i mezzi di sussistenza quando si è completamente soli in una grande città, in questo caso Parigi. Una Frances Ha — come non ripensare alla splendida commedia newyorchese in bianco e nero di Noah Baumbach, con Greta Gerwig che sognava di diventare ballerina? — a Montparnasse e proprio nell’illustre cimitero del XIV arrondissement parigino dove riposano, tra gli altri, Charles Baudelaire, Jean-Paul Sartre e Serge Gainsbourg, Paula cercherà di disfarsi del pelosissimo micio, compagno di vagabondaggi, salvo ripensarci subito dopo. Una scena che, ovviamente, è la citazione di un celeberrimo film d’altri tempi, divenuto senza tempo per lo stile, a propria volta citatissimo al limite della noia da tutte le fashion-blogger del globo (chissà poi se le donzelle l’avranno visto, il film in questione; sulla lettura della short novel di Truman Capote, neppure ci attardiamo), della sua protagonista.
Giulia Dal Santo, spunti tratti da cineuropa.org