NAPOLI – NEW YORK
(Italia / 2024 / Drammatico / 124’)
Sabato 05 luglio, ore 21.30
Anfiteatro di Palazzo Toaldi Capra
via Pasubio, 52 – Schio (VI)
In caso di maltempo gli spettacoli si svolgeranno
al 1° piano di Palazzo Toaldi Capra, in Sala Affreschi.
La programmazione potrebbe subire variazioni.
Recensione
Basato su un soggetto inedito di Federico Fellini e Tullio Pinelli, il film è ambientato a Napoli nell’immediato dopoguerra. Racconta la storia di Carmine (12 anni) e Celestina (9 anni), che decidono di imbarcarsi clandestinamente su una nave diretta a New York per cercare un futuro migliore. La loro avventura è piena di speranza ma è fatta anche di rischi, mentre cercano di sopravvivere tra le difficoltà della loro città natale, il viaggio e l’arrivo a New York.
Napoli – New York, il nuovo lavoro ispiratissimo di Gabriele Salvatores, è un viaggio geografico ma insieme sentimentale e storico: è una fiaba italiana con un fascino che potrebbe superare i nostri confini. La storia è tanto semplice quanto universale. Carmine e Celestina, due scugnizzi napoletani appena usciti dalla devastazione della Seconda guerra mondiale, si nascondono su una nave diretta in America, inseguendo un sogno molto più grande della loro giovane età. A New York vive infatti la sorella di Celestina, l’unica parente rimasta in vita della famiglia. E su questa trama lineare, Salvatores sparge la sua magia: un mix azzeccatissimo di poesia, ironia, avventura e malinconia che non scade mai nel sentimentalismo facile. Quel mix che in fondo è specialità della casa, che si rintraccia nei suoi lavori più riusciti (Mediterraneo, su tutti).
Salvatores gioca con i toni della fiaba senza mai cadere nel cliché. Napoli, devastata ma viva, è un presepe ruvido e struggente; la nave che porta i protagonisti in America è una specie di arca, un microcosmo umano fatto di tensioni, incontri e speranze. Poi c’è New York, che non è quella reale, ma quella sognata e immaginata (e l’uso del green screen sfacciato sottolinea proprio la finzione), una luminosa terra promessa tutta da decifrare. I giovanissimi Antonio Guerra e Dea Lanzaro sono sorprendenti nei panni dei due protagonisti, con le loro facce sporche di polvere e terra raccontano l’innocenza, il coraggio, la paura. E poi c’è Pierfrancesco Favino, che porta un carico di umanità e ironia con il suo Garofalo, un personaggio burbero e tenero che guida i due bambini attraverso le difficoltà. Le difficoltà sono quelle di due piccoli migranti italiani del Dopoguerra ma sono quelle universali di chiunque intraprenda un viaggio di migrazione in fuga dalla miseria. Salvatores non fa però comizi, non cede alla retorica, perché il messaggio politico sta invece tutto nella solidarietà che si instaura tra i due bambini e con gli adulti del mondo. “Viviamo in un periodo pieno di diffidenza e rancore, persino odio. E io volevo fare un film pieno di solidarietà che guardasse a chi è diverso da noi. C’è un detto a Napoli che recita: “stiamo ruciuliando, ma adda veni’ il pianerottolo”. Ecco il mio film-pianerottolo”, ha detto il regista alla conferenza stampa.
Visivamente, Napoli – New York è un sogno. La fotografia alterna il realismo delle macerie napoletane a un lirismo che si accende nelle sequenze americane. E la regia di Salvatores, precisa e al tempo stesso delicata, si prende il tempo di accarezzare i dettagli, trasformando ogni frame in un piccolo pezzo di poesia.
Un film che parla al cuore senza scordarsi della testa, un film che si rivolge agli spettatori italiani ma che ha tutte le carte in regola per conquistare un pubblico globale. Salvatores ha fatto un film popolare, nel miglior senso del termine, che mescola emozioni, ironia e sogno in un racconto universale. Una fiaba in cui è impossibile non credere.
Valentina Colosimo, www.vanityfair.it