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NO OTHER LAND

un film di Yuval Abraham, Basel Adra, Hamdan Ballal, Rachel Szor
(Documentario / Palestina / 2024 / 96’)

Venerdì 28 febbraio – ore 20.30

In collaborazione con AltoVicentino per la Palestina e Donne per la Palestina di Vicenza

Basel Adra, un giovane attivista palestinese di Masafer Yatta, combatte fin dall’infanzia contro l’espulsione di massa della sua comunità da parte dell’occupazione israeliana. Basel documenta la graduale cancellazione di Masafer Yatta, mentre i soldati dell’IDF distruggono le case delle famiglie: il più grande atto di trasferimento forzato mai effettuato nella Cisgiordania occupata. Nel dramma, Basel incrocia il suo cammino con Yuval, un giornalista israeliano che si unisce alla sua lotta, e per oltre mezzo decennio combattono insieme contro l’espulsione, avvicinandosi sempre di più. Il legame è segnato dalla profonda disuguaglianza tra loro: Basel, che vive sotto una brutale occupazione militare, e Yuval, libero e senza restrizioni.

SCONFINI – in viaggio tra mondi presenti

Recensione

Ci sono, almeno, tre cose interessanti in No Other Land, pluripremiato e valente documentario realizzato da quattro giovani attivisti palestinesi e israeliani. La prima: l’assoluta non resistenza, la palese fragilità, financo la caducità delle case palestinesi abbattute dall’esercito israeliano, aizzato dai coloni. La seconda: il simil-camuffamento dei coloni, che piombano sulla scena – del delitto, da loro impunemente perpetrato – con il volto coperto, persino da kefiah, e la fionda in mano. La terza: l’incongruità, se non incredulità, del sodalizio tra il palestinese Basel, che per oltre un lustro filma la distruzione della sua comunità di Masafer Yatta, e l’israeliano Yuval: com’è – vi chiederete di fronte alla devastazione inflitta a più riprese dagli israeliani – che siffatta amicizia possa preservarsi e alimentarsi, com’è possibile? C’è del dolo, un disegno infernale – occupare bonariamente e solidaristicamente il campo avverso, perché l’opposizione noi (israeliani) e loro (palestinesi) non sia esaustiva, e dunque più eticamente e politicamente sanzionabile? – nello stare dalla parte delle vittime dell’israeliano Yuval? Già, tocca sospendere l’incredulità.
Tre cose avevamo detto, ma ne aggiungiamo una quarta: che acerrima, terribile differenza esiste tra libertà e “liberarsi di”. Presentato in anteprima mondiale al 74esimo Festival di Berlino, dove ha vinto il premio per il Miglior Documentario e quello del Pubblico nella sezione Panorama, laureato in mezzo mondo (miglior documentario agli EFA – European Film Awards 2024), inserito in short list per i prossimi Oscar, racconta, giorno dopo giorno e violenza dopo violenza, la distruzione della piccola comunità rurale di Masafer Yatta, in Cisgiordania, da parte dell’esercito israeliano: Basel documenta il più grande atto singolo di sfollamento in Cisgiordania, perfezionando un atto di resistenza creativa all’apartheid e un anelito di uguaglianza e giustizia. “Stiamo realizzando questo film insieme, come gruppo di attivisti e registi palestinesi e israeliani, perché vogliamo fermare l’espulsione in corso della comunità di Masafer Yatta e resistere alla realtà di apartheid in cui siamo nati – da lati opposti e disuguali. La realtà intorno a noi sta diventando ogni giorno più spaventosa, violenta e oppressiva, e siamo molto deboli di fronte a essa. Possiamo solo gridare qualcosa di radicalmente diverso, questo film – che è una proposta per un modo alternativo in cui israeliani e palestinesi possono vivere in questa terra non come oppressore e oppresso, ma in piena uguaglianza”, affermano Basel Adra e Yuval Abraham. “Un israeliano e un palestinese. Una storia di amicizia e resistenza sotto occupazione”, recita la logline, e forse possiamo credere a questa insolita, financo incredibile, alleanza: il dovere dei diritti, la possibilità di un’isola nella disperazione, del futuro nella barbarie istituzionalizzata del presente, ché non c’è altra terra. E non c’è altro uomo. No Other Land.
Federico Pontiggia, cinematografo.it