OMICIDIO NEL WEST END
Opera prima per il grande schermo sia per il regista Tom George che per lo sceneggiatore Mark Chappell questa divertente e intelligente coproduzione anglo-americana, girata durante il secondo lockdown (da cui la possibilità di accedere liberamente a luoghi solitamente affollatissimi), si muove su due binari. Da un lato, lavora su una coinvolgente struttura tradizionale, servendosi di una serie di personaggi archetipici (il detective stropicciato dell’infallibile Sam Rockwell, l’agente alle prime armi interpretata da una luminosa Saoirse Ronan, il morto odiato da tutti cioè Adrien Brody) e dei tipici meccanismi dell’inchiesta sul campo (interrogatori, deduzioni, false piste). Dall’altro, si lancia in un intrigante incrocio di suggestioni letterarie e cinematografiche mettendo insieme le marche della parodia e lo sguardo metatestuale.
Recensione
Omicidio nel West End dimostra di aver assorbito lo spirito di Agatha Christie, inventando un giallo che parte da un suo classico che finora non ha mai conosciuto una versione per immagini che ne eternasse lo statuto come Assassinio sull’Orient Express o le avventure di Miss Marple. L’idea che Trappola per topi sia qualcosa di prettamente teatrale e legato soprattutto al West End permette di accompagnare lo spettatore alla scoperta di un doppio mistero: sì la risoluzione del delitto creato ex novo ma anche quella dell’opera, nonostante il tradizionale annuncio che chiede agli spettatori di non rivelare il nome dell’assassino fuori dal teatro (da cui si capisce il successo imperituro e lo scandalo nazionale quando, qualche anno fa, qualche internauta svelò il colpevole
Tantissima carne al fuoco, eppure non si avverte né il peso di troppa teoria né la prevaricazione del pensiero sulla narrazione. Che è avvincente e spiritosa, esaltata da un’impeccabile confezione nostalgica che colloca Omicidio nel West End accanto a Invito a cena con delitto e Signori, il delitto è servito: un antidoto contro gli adattamenti posticci di Kenneth Branagh, ma anche qualcosa di più amabile della fin troppo celebrata Cena con delitto.
Lorenzo Ciofani, www.cinematografo.it