POVERE CREATURE!
(U.S.A. / Drammatico / 141')
Sabato 24 febbraio – ore 17.30
Domenica 25 febbraio – ore 20.30*
*Spettacolo in Versione originale Sottotitolata in italiano
Vincitore del Leone d’oro al 80° Festival del cinema di Venezia 2023
Si gioca tutto il cinema di Yorgos Lanthimos. Lo fa attraverso il corpo doppio tra Frankenstein e Barbie. Attraversa lo spazio ma anche il cinema del passato. Prima ‘ragazza selvaggia’, poi creatura alla ricerca del sesso ma anche del desiderio, infine padrona del suo destino. Bella ha cercato il suicidio. Era già morta o quasi ed è stata riportata in vita dallo scienziato Godwin Baxter. Dipende da lui, impara 15 parole al giorno ma anche se si muove in modo sgraziato e l’istinto prevale sulla ragione, vorrebbe mangiarsi la vita. Non è certo il matrimonio con un allievo di Godwin che le può cambiare l’esistenza. Così, quando conosce l’avvocato Duncan Wedderburn, un uomo scaltro e senza scrupoli, non ci pensa due volte a scappare con lui per poter vedere il mondo e frequentare gli ambienti mondani. Ma ben presto si accorge che è passata da una prigione all’altra. E Bella vuole la libertà.
Si gioca tutto il cinema di Yorgos Lanthimos. Stavolta saltano tutti i calcoli di uno stile spesso studiatissimo, dove la forma prevale sulla storia e inghiotte i personaggi. Con Povere creature! ha dei ribelli che sovvertono l’ordine del suo cinema, guidati da Emma Stone dove ci sono anche Willem Dafoe, autentica reincarnazione di un mostro Universal con il volto segnato dalle cicatrici ma che nasconde il cuore dietro la scienza e Mark Ruffalo, che è un po’ come quei personaggi noir prima ambigui e poi negativi. Ma anche il cinema di Lanthimos sfugge l’isolamento di Dogtooth, libera la lezione formale di La favorita e trova l’incrocio impossibile tra Tod Browning e Powell e Pressburger, potenziato dalla fotografia di Robbie Ryan. Il primo è nello spettrale bianco e nero mentre il modello dei due cineasti inglesi è in quel romanticismo del cielo blu scuro vicino al mare e nell’immagine iniziale di Bella sull’orlo del precipizio. Povere creature! accelera poi a tutta velocità in un viaggio tra Lisbona, Alessandria e Parigi tra case da gioco, crociere in mare, bordelli con slanci scenografici futuristici ma che cerca anche la nostalgia del passato in quel contagioso frammento della donna portoghese che suona e canta che cattura l’attenzione di Bella. Oltrepassando la prevedibile lettura sull’emancipazione femminile, la struttura da romanzo gotico di Povere creature! è soltanto la cornice per un’impazzita danza di diversi che non hanno più freni inibitori come nel finale da commedia nera che sovverte ogni ordine e ogni prevaricazione come quella del marito di Emma nella vita precedente a tavola con la servitù. Il cinismo del cinema di Lanthimos stavolta diventa autoironia. Certo, gli attori e il romanzo omonimo di Alasdair Gray gli danno una mano. Ma, come nelle galline con la testa di maiale o di cane, gli elementi possono essere scomposti per creare degli abbinamenti prima imprevisti, con scomposizioni alla Zemeckis da La morte ti fa bella. Ed è proprio questa ricerca dell’impossibile che fa di Povere creature!, oltre il miglior film di Lanthimos, quello in cui si rimette in discussione. Perché stavolta si gioca tutto. E questa cosa ci piace.
Simone Emiliani, www.sentieriselvaggi.it