RED JOAN
sabato 18/05 - ore 21.00
domenica 19/05 - ore 16.00, 18.00 e 20.30
Prezzi riservati ai Soci
Intero: 6,5 euro
Ridotto: 5,5 euro (over 65 anni, under 14 anni)
Prezzi al pubblico
Intero: 7 euro
Ridotto: 6 euro (over 65 anni, under 14 anni)
Recensione
Era il 1999 quando la storia di Melita Norwood balzò agli onori della cronaca internazionale. Dopo la diserzione della spia russa Vasilij Nikitič Mitrochin, infatti, diversi nominativi di agenti segreti sovietici attivi tra la Seconda Guerra Mondiale e la Guerra Fredda furono resi pubblici: tra questi, spuntò quello di una rispettabilissima pensionata inglese, troppo anziana per essere perseguita penalmente. La sua vicenda personale e politica diventò materia di ispirazione per la scrittrice Jennie Rooney, che le dedicò un romanzo. Oggi, vent’anni dopo lo scandalo-Norwood, Judi Dench indossa i panni della spia, mossa “non per soldi, per per spirito di giustizia”. Attraverso una narrazione classica, che ambienta il cuore del racconto in una serie di flashback della protagonista anziana, lo spettatore sarà condotto nella vita avventurosa della giovane fisica di Cambridge e nella costruzione della sua coscienza politica. Con il volto squadrato ma grazioso di Sophie Cookson, che in questo film finalmente ha modo di mostrare il proprio talento recitativo, la rossa Joan è un personaggio a cui è facile affezionarsi. Nonostante le sue azioni siano universalmente riconosciute come illegali, infatti, non si può fare a meno di tifare per lei e comprendere le profonde cause che l’hanno spinta a rischiare la vita e a tradire la patria Da timida e ingenua studentessa dell’Università di Cambrigde a imprendibile stella dello spionaggio internazionale, il passo non è affatto breve. Uno degli elementi più interessanti di tutta la storia di Melissa/Joan è proprio nell’evoluzione del personaggio e nei motivi reali delle sue scelte. Nonostante sia i poliziotti che la interrogano, sia i suoi compagni filosovietici diano per scontato che le azioni di Joan siano state guidate dal grande amore che la donna provava verso il comunista Leo (Tom Hughes), in diversi punti-chiave del film ci si rende conto che non è affatto così. Per quanto l’impianto tecnico-registico del film sia molto classico e non dia una chiave di lettura particolarmente interessante o originale alla storia, la forza di Red Joan è innegabile. La sua maggiore risorsa sta nell’appassionante biografia alla base della finzione diretta da Trevor Nunn – regista teatrale di grande esperienza – e nei temi che essa affronta con straordinaria attualità. Red Joan farà parte a buon diritto di un (relativamente) nuovo modo di raccontare il femminile come motore primario di atti di eroismo, mai slegato dalla propria identità di genere. Joan non è una donna che nega se stessa per sopravvivere in mondo maschile (che si tratti del laboratorio in cui lavora o della rete di spie con cui ha a che fare), ma una persona che va fino in fondo nella realizzazione di chi è e di ciò in cui crede Attenti a non far passare in sordina un film così elegante, intenso e importante. Raffinato e di cuore, Red Joan è sicuramente un appuntamento interessante per cui apprezza il buon cinema drammatico, fatto di emozioni, princìpi e (sobri) colpi di scena.