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RITRATTO DI UNA DONNA IN FIAMME

di Céline Sciamma (Francia / 2019 / Drammatico / 120')

25, 26, 27 febbraio

Francia, 1770. Marianne, una pittrice, riceve l’incarico di realizzare il ritratto di nozze di Héloise, una giovane donna appena uscita dal convento. Lei però non vuole sposarsi e quindi rifiuta anche il ritratto. Marianne cerca allora di osservarla per poter comunque adempiere al mandato. Scoprirà molte cose anche su di sé.

Scheda tecnica

  • Titolo Originale

    Portrait de la jeune fille en feu

  • Regia

    Cèline Sciamma

  • Paese, anno

    Francia,2019

  • Genere

    Drammatico

  • Durata

    104'

  • Sceneggiatura

    Cèline Sciamma

  • Fotografia

    Claire Mathon

  • Colonna sonora

    Jean-Baptiste de Laubier, Arthur Simonini

  • Montaggio

    Julien Lacheray

  • Interpreti

    Adèle Haenel, Noémie Merlant, Luàna Bajrami, Valeria Golino

Recensione

Céline Sciamma al suo quarto lungometraggio continua la sua ricerca sull’identità sessuale tema nei confronti del quale ha mostrato un’ottima capacità d’indagine in fase di sceneggiatura nonché nel trasferimento sullo schermo.

In questa occasione lascia però il presente per rivolgersi al passato. Un passato che di lì a meno di un ventennio vedrà il fuoco della Rivoluzione che cambierà tutto ma non spazzerà via il pregiudizio e le costrizioni. Non è necessario scomodare riferimenti a Jane Austen per apprezzare uno script in cui Sciamma, sin dalle prime inquadrature, ci enuncia il proprio progetto. Sullo schermo/tela bianco una mano munita di carboncino inizia a delineare un’immagine. 

Ecco: esattamente qui sta il senso del film. In una domanda: quanto le strutture sociali impediscono agli individui di farsi ritrarre (cioè guardare) per ciò che veramente sono? Marianne, pronta a gettarsi in mare per recuperare le tele che poi asciugherà insieme al suo corpo nudo davanti ad un camino, possiede le tecniche per ritrarre gli altri ma si troverà a scoprire un’immagine di se stessa che stava nascosta nei recessi della sua sensibilità. Héloise che rifiuta inizialmente lo sguardo altrui (legato inestricabilmente a una condizione coniugale che non vuole accettare) progressivamente imparerà a guardare oltre e ad accettare di essere vista. Tra di loro, solo apparentemente in un ruolo secondario, la giovane serva che resta incinta sottoponendosi ai più diversi tentativi per abortire.

 

É un film in cui le parole vengono pronunciate solo se e quando sono necessarie perché sono e restano per tutto il tempo le immagini a costituire l’elemento portante della narrazione. La cura nella ricerca non solo dell’inquadratura ma anche degli abiti nonché degli spazi (in particolare gli interni) fa ripensare al Rohmer de La marchesa von…. Là dove la geometria rohmeriana definiva spazi studiati quasi teoreticamente Sciamma cerca anche la nota dissonante del letto sfatto stando però sempre attenta a produrre un equilibrio estetico in cui tutti gli elementi si bilancino. Ciò che deve ‘sbilanciarsi’ è la vita delle due protagoniste che dovranno progressivamente ammettere (innanzitutto con se stesse) sentimenti nuovi e importanti nei confronti dei quali operare delle scelte fondamentali.

Giancarlo Zappoli, MyMovies