SOTTO LE FOGLIE
(Francia / Drammatico / 102')
Sabato 03 Maggio – ore 18.00
Domenica 04 Maggio – ore 20.30
Un piccolo paese campestre in Borgogna, un’anziana e dolce signora, Michelle (interpretata con grande ricchezza di accenti e sfumature da Hélène Vincent), che occupa le sue giornate solitarie dedicandosi alla sua bella casa, leggendo romanzi che la fanno scivolare in un sonno profondo, andando a messa, incontrando l’amica Marie-Claude (Josiane Balasko, attrice-regista famosissima in Francia per le sue doti comiche ma che conferma qui il suo talento drammatico) con cui raccoglie i funghi nei boschi in occasione dell’arrivo della figlia (Ludivine Sagnier, efficace in un ruolo sgradevole) col nipotino.
Recensione
Michelle ha un rapporto negativo con la figlia, che non ha mai accettato il suo passato e dopo uno strano “incidente” domestico in cui subisce un avvelenamento da funghi, le nega la compagnia del nipotino, cui la vecchia è profondamente legata. In un riflesso di specularità invertita rispetto al loro rapporto, è il legame tra Marie-Claude e il figlio Vincent (l’ottimo Pierre Lottin), devoto alla madre ma che è appena uscito di prigione perché incline ad azioni irrazionali e brutali. In un quadro naturale dominato dai cromatismi caldi e iridescenti, valorizzati dalla bellissima fotografia di Jérôme Alméras, covano tensioni dall’esito imprevedibile, dove le conseguenze di un omicidio possono paradossalmente essere benefiche per qualcuno che, al momento opportuno, saprà ricorrere all’omertà pur di contraccambiare chi gli ha donato un’insperata felicità. Ozon ha dichiarato di essersi ispirato ai romanzi “duri” di Simenon e infatti ne rielabora le dinamiche umane estremamente contraddittorie, le crudeltà, i rancori irranciditi, la comprensione umana per le vite “immorali”, imprimendovi al tempo stesso le proprie personali ossessioni per i legami familiari distruttivi e dolorosi. A oltre vent’anni di distanza da Sotto la sabbia (2001) ritorna anche il motivo delle presenze dei fantasmi nel quotidiano, che in questo caso riflettono i sentimenti di colpa coi quali si può finire per convivere in una (quasi) serena amoralità che Ozon non giudica e affida alla coscienza dello spettatore.
Roberto Chiesi, www.cineforum.it