STANLIO E OLLIO
01, 02*, 03 ottobre
*Versione originale con sottotitoli in italiano.
Nel 1953, Stan Laurel e Oliver “Babe” Hardy partono per una tournée teatrale in Inghilterra. Sono passati sedici anni dal momento d’oro della loro carriera hollywoodiana e, anche se milioni di persone amano ancora Stanlio e Ollio e ridono soltanto a sentirli nominare, la televisione sta minacciando l’abitudine culturale di andare a teatro e molti preferiscono andare al cinema a vedere i loro capolavori del passato oppure i nuovi Gianni e Pinotto, piuttosto che scommettere sulle loro esibizioni in teatrini di second’ordine. Eppure i due vecchi compagni di palcoscenico sanno ancora divertirsi e divertire, e la tournée diventa per loro l’occasione di passare del tempo insieme, fuori dal set, come non avevano mai fatto prima, e di riconoscere per la prima volta il sentimento di amicizia che li lega.
Scheda tecnica
Titolo Originale
Stan and Ollie
Regia
Jon S. Baird
Paese, anno
Usa, Gran Bretagna,2019
Genere
Biografico
Durata
97’
Sceneggiatura
Jeff Pope, 'A.J.' Marriot
Fotografia
Laurie Rose
Colonna sonora
Rolfe Kent
Montaggio
Úna Ní Dhonghaíle, Billy Sneddon
Interpreti
Steve Coogan, John C. Reilly, Shirley Henderson, Nina Arianda, Danny Huston
Recensione
«Il riso […] È qualcosa come la logica del sogno, ma d’un sogno che non venga abbandonato al capriccio della fantasia individuale, bensì sia il sogno sognato dalla intera società» (Henri Bergson, Il riso: Saggio sul significato del comico).
«Ma come riuscite ad essere ancora sulla cresta dell’onda dopo tutti questi anni?». É questa la domanda che in più momenti viene rivolta a Stan Laurel e Oliver Hardy nel film di Jon S. Baird che li omaggia in un preciso momento della loro carriera. E in effetti come ci sono riusciti?
Stanlio e Ollio racconta gli ultimi anni di carriera insieme del celebre duo comico, e più precisamente la raffazzonata tournée teatrale che li vide nel 1953 salire sui palcoscenici della Gran Bretagna: dopo questa “avventura” nulla sarà come prima. Il loro sogno è guadagnare qualche soldo per poter realizzare un nuovo film, dopo tanti anni, ispirato a Robin Hood, ma dovranno fare i conti con la cattiveria del tempo che passa. Non è un vero biopic quello di Baird, ma è più una riflessione sia sugli uomini Stan e Oliver e il loro legame affettivo, che dura grazie ad un’intesa (forse) romanzata ma sicuramente autentica, sia sulla meschinità del successo. Una rappresentazione leggera della macchina dello spettacolo che ti mastica per poi sputarti senza remore, accompagnata dall’ossessione dell’artista di un tempo obbligato a soddisfare uno standard nonostante il tempo che passa. Devi sempre essere pronto e scattante, non importa se la tua vita privata è in discussione: “lo show deve continuare”, e questo vale soprattutto per i comici.
Stanlio e Ollio hanno sempre dovuto combattere per tutto ciò, e solo la malattia di Ollio riuscirà a fermarli. Un film sull’amore, verso il pubblico e sulla profonda e commovente amicizia virile tra i due attori, sulla voglia di stupire sempre nonostante tutto, in cui si immergono con una performance totale John C. Reilly e Steve Coogan. I loro sono omaggi toccanti e riescono a farci conoscere un lato nuovo dei due comici senza scimmiottarne le caratteristiche durante la riproposizione delle loro gag più conosciute. Baird vince nel restare “a lato”, non calca mai la mano sul patetico anche nei momenti più intensi dei battibecchi tra i due, e restituisce un’atmosfera tangibile che non sfigura quando nei titoli di coda si vedono gli spezzoni tratti dai film del vero duo. Stanlio e Ollio è un dono sentito e appropriato che, seppur non rimarrà nella Storia, fa capire quanto sia importante veicolare la memoria nel cinema per gli spettatori di domani. Per poter ancora godere dell’Arte di Stan e Oliver.
Andrea Moschioni Fioretti, mediacritica.it