TATAMI
(Iran / 2023 / Thriller / 105’)
Venerdì 12 luglio, ore 21.30
In collaborazione con Collettivo Femminista Scledense.
Anfiteatro di Palazzo Toaldi Capra
via Pasubio, 52 – Schio (VI)
In caso di maltempo gli spettacoli saranno annullati.
Recensione
Tbilisi, Georgia. Campionati mondiali di Judo. L’iraniana Leile Husseini è in forma straordinaria e batte le avversarie una dopo l’altra. La medaglia d’oro è possibile. Da lontano la seguono il marito e il figlio piccolo, con gli amici di sempre; da vicino, a pochi metri dal tatami, la sostiene Maryam, la sua coach. Ma la possibilità che in finale Leila posso incontrare un’atleta israeliana è sgradita alla Repubblica Islamica. Arriva dunque l’ordine, per lei, di ritirarsi dalla competizione: dovrà fingere un infortunio e abbandonare i mondiali. Oppure trovare il coraggio di prendere una decisione impossibile.
La lotta fisica è metafora di una lotta psicologica che è anche politica ed esistenziale, e trascende il singolo. Il bianco e nero universalizza quest’idea e materializza la natura estrema del ricattto. Anche la scelta della Georgia non è casuale: paese coproduttore del film, è però anche simbolo di frontiera, tra Europa e Asia, una frontiera che può essere momento di incontro oppure dolorosa sezione.
L’essenzialità è la regola e si fa questione di stile. Il bianco e il nero sono anche i colori delle divise delle judoke, mentre l’incontro è materia di concentrazione, forza, velocità, tecnica. Il peso conta, ma il carico sulle spalle di Leila non si può misurare: non con la stessa unità di misura di chi appartiene ad un paese libero. Nell’ultima parte il film rinuncia purtroppo all’asciuttezza dei primi novanta minuti e cede alla spiegazione, con l’intenzione di replicare forse quell’abbraccio finale tra le parti che è elemento integrale dell’incontro e della filosofia del judo, ma si risolve qui in una perdita anziché in un guadagno.
di Marianna Cappi, mymovies.it