THE BALCONETTES
(Francia / 2024 / Commedia, Thriller / 105')
17, 18, 19, 20* febbraio
* Versione originale sottotitolata in italiano.
Marsiglia, un’estate caldissima. Ci sono 46° e si fa fatica a uscire di casa. Denise, dopo essere stata maltrattata per l’ennesima volta dal marito, lo colpisce con una vanga. Chiede così aiuto alle sue vicine di casa, la scrittrice Nicole, la call-girl Ruby e l’attrice di film mediocri Elise. Quest’ultima si schianta contro l’auto di un uomo che abita nel palazzo di fronte, il quale invita lei e le sue amiche a casa sua per passare una serata insieme. Si divertono, bevono, ballano, ma il risveglio è da incubo.
Recensione
Marsiglia, un’estate caldissima. Ci sono 46° e si fa fatica a uscire di casa. Denise, dopo essere stata maltrattata per l’ennesima volta dal marito, lo colpisce con una vanga. Chiede così aiuto alle sue vicine di casa, la scrittrice Nicole, la call-girl Ruby e l’attrice di film mediocri Elise. Quest’ultima si schianta contro l’auto di un uomo che abita nel palazzo di fronte, il quale invita lei e le sue amiche a casa sua per passare una serata insieme. Si divertono, bevono, ballano, ma il risveglio è da incubo.
Con il suo primo lungometraggio Mi lubita Mon Amour (2021), Noémie Merlant aveva già presentato il suo punto di vista sfumato sulla sorellanza e sulle relazioni uomo-donna. Con The Balconettes ci mostra ancora una volta di cosa è capace, senza paura e con grande slancio, mescolando commedia, dramma e horror con alcuni elementi soprannaturali, con un risultato delizioso.
Ma non è tutto: ciò che Merlant fa con questo film non è solo coraggioso, ma anche giocoso. Come regista, riesce a essere politicamente acuta e fantasiosa nel raccontare la storia di tre amiche che affrontano un trauma da abuso durante un’ondata di caldo nel sud della Francia. Fin dalla prima inquadratura, è evidente che Marsiglia è un luogo di cui innamorarsi, mentre le riprese con la gru si snodano sui vetri civettuoli delle finestre, sui balconi e sulle loro tipiche persiane di legno blu. La direttrice della fotografia Evgenia Alexandrova usa tutti gli strumenti a sua disposizione per far sì che lo stile visivo del film si attenga a una dicotomia – esterno-interno e distanza-prossimità – con un dinamismo irresistibile, mentre si muove tra primi piani a mano e carrellate che si immergono nella scena, dentro un appartamento. Lì la scrittrice Nicole condivide la casa con la sua amica Ruby. Le due formano una coppia intrigante: mentre Nicole sogna ad occhi aperti capitoli erotici sul balcone del vicino di casa, Ruby è una camgirl: il sesso è la sua professione e la sessualità il suo mezzo di espressione. In quel torrido giorno d’estate, l’amica attrice Élise fa loro una visita a sorpresa. Salta fuori dall’auto e corre all’appartamento in costume da Marilyn Monroe e in preda allo sgomento: è appena arrivata da Parigi dopo aver litigato con il marito (che non sembra un grand’uomo). Da quel momento in poi, la trama si dipana, un evento folle dopo l’altro, la maggior parte dei quali coinvolge il vicino di casa senza nome (ma accidentalmente bello).
Il film ha la stessa urgenza e apertura del cinema di Céline Sciamma (che ha collaborato con Merlant alla sceneggiatura), pur mostrando una personale visione artistica di una femminilità fiammeggiante e coraggiosa. Preparatevi a ridere e a stupirvi per tutta la durata di The Balconettes, ad applaudire e ad esultare, mentre questa gioiosa celebrazione dell’amicizia femminile prende ogni piega sorprendente possibile. Un’improbabile parte del corpo (maschile) conservata nel congelatore, una scena ridicolmente realistica dal ginecologo e la speranza di redenzione sono alcuni degli elementi significativi del film che si uniscono per raccontare una storia che noi, come donne, non potremo mai raccontare da sole.
Savina Petkova, www.cineuropa.org
Che grande giocattolo narrativo che è The Balconettes di Noémie Merlant. Espressivo e inaspettato, oscillante, divertito e divertente nella sua stravaganza e nelle sue svolte, affrontando un femminismo che non è solo didascalia (era ora!). Bensì è coscienza, consapevolezza, profondità, sfumatura. E sì, è anche vendetta, comunque correlata alla mascolinità calcolatrice. È cinema che si rifà ad un altro cinema ancora, ma che ha una sua identità chiara e strutturata, focale nelle scelte narrative ed estetiche (come dimostra il piano sequenza iniziale, sospeso tra due palazzine dirimpettaie che si rimpalleranno le scene). Funziona, The Balconettes (titolo originale Les Femmes au balcon, con cui è stato presentato a Cannes 77), e funziona perché la confusione cercata dalla regista è calcolata al millimetro: disordinate, scoordinate e imprevedibili, le donne al balcone della Merlant sono un cosmo nel cosmo, nonché la visuale libera e pura di quel femminismo senza sovrastrutture. In un’epoca di dogmi e regole, di spot e di hashtag, The Balconettes torna ad una dimensione pura, accessibile, istintiva. Nelle freschissime scelte cinematografiche di Noémie Merlant e nelle scelte che poi affiderà alle sue tre splendide protagoniste, c’è un’alternanza di luce e di oscurità, di distrazione ma anche di rabbia, pronta ad esplodere in un primo piano che anticipa un finale liberatorio, orgoglioso e feroce.
Damiano Panattoni, www.movieplayer.it