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THE FRENCH DISPATCH

di Wes Anderson (U.S.A. / 2020 / Commedia / 108')

26, 27, 28, 29 aprile*

Nella città francese di Ennui-sur-Blasé ha sede la redazione del French Dispatch, supplemento settimanale del quotidiano statunitense Evening Sun di Liberty, Kansas, che si occupa di cronaca e cultura generale. Alla morte del suo direttore, la redazione decide di pubblicare un’edizione commemorativa composta dai migliori articoli pubblicati dal French Dispatch nel corso degli anni: tra questi, la ricostruzione del rapimento di uno chef, la storia di un artista condannato all’ergastolo per duplice omicidio e un reportage delle rivolte studentesche del Sessantotto.

Scheda tecnica

  • Titolo Originale

    The French Dispatch of the Liberty, Kansas Evening Sun

  • Regia

    Wes Anderson

  • Paese, anno

    U.S.A., Germania,2020

  • Genere

    Commedia

  • Durata

    101’

  • Sceneggiatura

    Wes Anderson

  • Fotografia

    Robert D. Yeoman

  • Colonna sonora

    Alexandre Desplat

  • Montaggio

    Andrew Weisblum

  • Interpreti

    Saoirse Ronan, Timothée Chalamet, Elisabeth Moss, Léa Seydoux, Cécile De France

Recensione

Ma di cosa parla veramente la pellicola? Della redazione del French Dispatch per l’appunto, supplemento settimanale del quotidiano statunitense Evening Sun di Liberty, Kansas. «Una lettera d’amore ai giornalisti» come l’ha definita Anderson ambientando il film nella fittizia cittadina di Ennui-sur-Blasé nella seconda parte del XX secolo.
Un giornale che si occupa di cronaca e cultura generale ispirato al New Yorker e alle sue storie, il periodico statunitense tanto amato (e collezionato) dal regista e celebre – tra le molte cose – per il suo puntiglioso e leggendario fact-checking. «Il film parla di un giornalista americano che vive in Francia dove crea la sua rivista», ha raccontato Anderson, «È più un ritratto di quest’uomo, di questo giornalista che lotta per scrivere ciò che vuole scrivere. Non è un film sulla libertà di stampa, ma quando parli di giornalisti parli anche di quello che sta succedendo nel mondo reale».
Alla morte del suo direttore – Arthur Howitzer Jr. (Bill Murray), ispirato al co-fondatore del New Yorker, Harold Ross – la redazione del giornale decide di pubblicare un’edizione speciale composta dagli articoli più importanti pubblicati dal magazine negli ultimi dieci anni. Tra questi anche le tre storie raccontate in The French Dispatch e ispirate a giornalisti o articoli pubblicati dal settimanale newyorchese. […]
Inutile dire l’enorme curiosità che il film ha suscitato tra il grande pubblico sin dall’uscita del trailer, l’elemento chiave che contraddistingue il cinema di Anderson sembra essere, qui più che in ogni altro film (forse assieme a Le Avventure acquatiche di Steve Zissou), una costruzione poliedrica di stuazioni, personaggi e codici narrativi che richiamano ad ispirazioni ben più ampie e varie che lo stesso autore ha spesso dimostrato di avere.
L’impatto visivo che ne risulta, aggiungendo uno stile di regia e fotografia riconoscibile, è molto coinvolgente per lo spettatore. Da qui la rinomata quanto ironica leggenda dal web sulla Sindrome di WA che rende gli stessi spettatori all’uscita dalla sala, magneticamente attratti da quel mondo e da quel tipico tono, tanto da desiderare di essere come uno dei suoi personaggi.
In questo film però, quei personaggi spesso sfacciati ed impulsivi sono personaggi reali, veri giornalisti a cui Wes Anderson ha fatto riferimento per scrivere The French Dispatch.
[…] Tra di essi troviamo Arthur Howitzer, Jr. (interpretato da Bill Murray), ispirato all’editore e fondatore del New Yorker Harold Ross. Herbsaint Sazerac (Owen Wilson) è tratto dallo scrittore Joseph Mitchell, il quale creò ritratti indimenticabili di diseredati. Julian Cadazio (Adrien Brody) porta sullo schermo il mercante d’arte Lord Duveen. Roebuck Wright (Jeffrey Wright) rappresenta lo scrittore e collaboratore del New Yorker James Baldwin. Lucinda Krementz (Frances McDormand) è invece ispirata a Mavis Gallant, che scrisse un brano in due parti del 1968 sulle rivolte studentesche in Francia. Ma il suo cognome è quello di una fotografa, Jill Krementz, il cui lavoro apparve spesso sul periodico americano.

– Rocco Zaupa
Manuela Santacatterina, www.hotcorn.com, www.movieplayer.it