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TOYS-GIOCATTOLI ALLA RISCOSSA

un film di Jeremie Degruson
(Belgio / Animazione / 90')

Sabato 01 marzo – ore 16.00

Cosa accadrebbe se, all’improvviso, i nostri giocattoli prendessero vita e cominciassero a pensare e agire in modo autonomo? Da questo incisivo, per quanto semplice, quesito prendeva il via ormai 30 anni or sono la parabola di una delle case di produzione cinematografica più importanti degli ultimi decenni. 

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Recensione

E non è un caso che Toys – Giocattoli alla riscossa, film d’animazione di produzione franco-belga-spagnolo diretto da Jérémie Degruson e disponibile in sala a partire da oggi, strizzi più di un occhio a quello che, ancora oggi è giustamente considerato uno dei principali pilastri della storia di Pixar Animation Studios. Non ci sono però solo Woody e i suoi affezionati compagni tra le traiettorie animate rintracciabili all’interno dell’intreccio narrativo di Degruson. Perchè la storia della marionetta Don, burattino di Don Chisciotte dalla fervida immaginazione, e del cane peluche rapper DJ Doggy Dog – incontratisi a Central Park a seguito di un allontanamento dalle rispettive realtà di appartenenza e imbarcatisi in mirabolanti imprese nel bel mezzo di cunicoli, fogne e trafficatissime vie metropolitane – porta con sé tutta una serie di riferimenti ad altre celebri opere dell’epoca d’oro della Pixar. A partire dalle caratterizzazione di Flik in A Bug’s Life, che rivive nel protagonista Don e nella suo incompreso desiderio di riscatto, e arrivando alla dimensione on the road mutuata, tra gli altri, da Alla ricerca di Nemo (senza contare dinamiche alla buddy movie che, nell’immaginario cinematografico e letterario tutto, hanno ben più di un modello).Lungi però dal rivelarsi un semplice cumulo di vecchie idee basato sulla riproposizione di paradigmi animati riconoscibili, Toys – Giocattoli alla riscossa funziona soprattutto nella misura in cui sceglie di ragionare apertamente sul significato e sul valore dell’immaginazione. Che qui, offertaci nella prospettiva di Don, ci si presenta con le “vecchie” sembianze dell’animazione 2D; inserendosi di diritto nella tendenza animata degli ultimi anni (volta a un calibrato dosaggio delle due tecniche) e intraprendendo un più ampio discorso che, al di là di quella che potrebbe apparire come una banale condanna del progresso (ad un certo punto il protagonista parla apertamente delle “insidie della tecnologia moderne”), è invece un semplice, ma caloroso invito alla riscoperta di un passato che, espresso anche nella favolosa materialità analogica di una marionetta, può ancora dire la sua. Al servizio di un potenziale creativo che, se adeguatamente gestito, è addirittura in grado di liberare la contemporaneità di una fantasia preconfezionata e preregistrata. Alla faccia di chi, come i due ladruncoli che fungono da villain del racconto, ha perduto stupore e capacità di sognare
Dario Boldini, www.sentieriselvggi.it