TUTTI I SOLDI DEL MONDO
sabato 20/01 - ore 20 e 22.15
domenica 21/01 - ore 16, 18.30 e 21
Prezzi riservati ai Soci
Intero: 6,5 euro
Ridotto: 5,5 euro (over 65 anni, under 14 anni)
Prezzi al pubblico
Intero: 7 euro
Ridotto: 6 euro (over 65 anni, under 14 anni)
Recensione
Luglio 1973. John Paul Getty III, nipote sedicenne del magnate del petrolio Jean Paul Getty, viene rapito a Roma da una banda di criminali calabresi che chiede alla famiglia un riscatto di 17 milioni di dollari. Gail, la madre del ragazzo, si rivolge a nonno Jean Paul, il quale rifiuta categoricamente di pagare. Da quel momento inizia una triangolazione fra Gail che insiste per portare in salvo suo figlio, il miliardario che non cede alle richieste dei rapitori, e un ex agente della CIA, Fletcher Chase, negoziatore esperto nel recuperare uomini e cose. Ridley Scott si ispira alla storia vera del rapimento di John Paul Getty III prendendosi enormi libertà narrative per spostare la narrazione dal realistico al metaforico e costruire un racconto morale per il Ventunesimo secolo che vede protagonisti non gli uomini, ridotti a pedine della Storia, ma il denaro, esplorando in particolare il rapporto fra il denaro e il sangue inteso come legame famigliare ma anche come linfa vitale di quell’umanità subordinata al (dis)valore del dollaro.
Come in Casinò e Rapina a mano armata, in Tutti i soldi del mondo conta solo passaggio febbrile del denaro fra gli uomini, perché il denaro deve continuamente muoversi sia in valigette chiuse che attraverso mercati finanziari che fra le dita veloci delle contabili della ‘ndrangheta. Un denaro che, per contro, cattura e immobilizza gli uomini, tenendo testa allo strapotere di chi ne possiede così tanto da non poterlo più contare. Ma Gail è una donna che non compra e non (si) vende, e preferisce barattare, con pragmatismo femminile, in nome di una devozione che Getty Senior non capisce ma in qualche modo rispetta.
E poiché la donna gioca su tavoli diversi con un uomo abituato a sfidarsi a scacchi da solo e spiazza il suo avversario perché in realtà lo vorrebbe alleato, è lei l’unica vincitrice morale della storia.
Tanto la regia quanto il copione di Tutti i soldi del mondo sono solo apparentemente lineari e didascalici, perché a ben guardare aggiungono via via strati di significato alla costruzione visiva e narrativa convenzionale, con la tipica abilità di Scott nel prestare attenzione al dettaglio anche quando mette in scena vaste inquadrature di insieme. Regista e sceneggiatore creano un racconto senza tempi morti che scorre veloce verso la conclusione, di grande accessibilità popolare ma di altrettanto grande efficacia nel trasmettere il messaggio che l’accumulo di denaro non equivale all’abbondanza, e che esiste una differenza fra inestimabile e impagabile.