WOMEN TALKING - IL DIRITTO DI SCEGLIERE
(Drammatico / 2023 / U.S.A. / 104')
Domenica 02 aprile - ore 16.00, 18.00 e 20.30*
*Spettacolo in Versione Originale Sottotitolata in italiano
Una comunità religiosa si spacca in due: da un lato ci sono gli uomini, alcuni dei quali (forse tutti?) hanno narcotizzato e poi stuprato le “femmine” di ogni età, lasciandole emotivamente e fisicamente danneggiate o addirittura incinte, tanto che una di loro ha scelto il suicidio; dall’altro ci sono le donne e le ragazze più grandi, riunite in un fienile per decidere come reagire all’accaduto. Le opzioni sono tre: perdonare, in conformità con i dettami della fede; dare battaglia agli stupratori; o abbandonare la comunità per trasferirsi altrove. La discussione si anima e ognuna delle presenti, dalle più giovani alle più anziane, esprime la sua posizione, talvolta in toni accesi, talvolta con rassegnazione. A prendere appunti sulla procedura, per richiesta delle partecipanti, è un uomo, August, ex insegnante della comunità cacciato tempo addietro insieme alla madre che seminava troppi dubbi e poneva troppe domande scomode ai vertici (maschili). La tensione cresce, ma non mancano brevi momenti di ilarità e slanci di affetto fra tutte le partecipanti.
Recensione
Due dei suoi titoli alludono esplicitamente alla volontà di raccontare storie attraverso la voce delle donne, ed è ciò che fa Polley, alzando ogni volta l’asticella della sua ambizione espressiva. In quest’ottica è davvero sorprendente che la sua cinematografia sia relativamente poco conosciuta al di fuori del Nordamerica, così come stupisce che fra il suo ultimo film da regista e quello precedente siano trascorsi dieci anni. Forse è altrettanto sintomatico che oltreoceano Women Talking sia stato recensito (peraltro moto favorevolmente) soprattutto da critici uomini, così come è interessante che tra i produttori esecutivi figuri Brad Pitt, che aggiunge un altro tassello alla sua esplorazione del cinema impegnato. Il film di Polley è dichiaratamente contrario non tanto agli uomini quanto alle distorsioni più becere e violente del patriarcato, che hanno avuto per oggetto le donne perché “su qualcuno era necessario dominare”. Nel costruire quella che sembra un incrocio fra una favola nera “orchi contro streghe” e un “western dell’attesa” al femminile, Polley crea una divisione programmaticamente manichea fra uomini e donne, permettendo solo al personaggio di August di esprimere una mascolinità alternativa, ma forse commettendo l’errore di affidare quel ruolo ad un attore dichiaratamente gay i cui manierismi ricordano qui l’ambiguità di Anthony Hopkins: al netto della political correctness, un interprete più virile – alla Clint Eastwood, per dire – avrebbe forse veicolato meglio la speranza in un’evoluzione possibile del maschio alfa.
Ma lo schieramento unilateralmente femminile rimane un postulato drammaturgico potente, così come è potente la messinscena che rimanda a La parola ai giurati per l’accorata delibera fra opinioni diverse circa il destino degli accusati, ma anche Il racconto dell’ancella per l’atmosfera astratta e atemporale che sembra collocare la vicenda (che ha luogo nel 2010 e prende spunto da un episodio realmente accaduto in una comunità mennonita boliviana) in un futuro distopico. Forse il paragone più diretto è però con la trilogia “americana” di Lars Von Trier con Dogville e Manderlay, che in toni espliciti ed efferati raccontava la dominazione maschile più sciovinista.
Il suo approccio tetragono al materiale può rivelarsi faticoso per il pubblico e spesso sfiora il pippone retorico, ma la sua vis polemica rimane vitale, grazie anche alle interpretazioni di un cast stellare che dimostra che, laddove Hollywood dà poco spazio alle registe, le attrici sono in prima fila a dare loro manforte. Ci auguriamo che la promozione in Italia faccia altrettanto e non lasci cadere nel vuoto queste proposte, come è successo ad esempio con un film importante ma scomodo come Anche io di Maria Schrader.
Women Talking è un invito all’azione veicolato da una logorrea mai statica, un’allegoria del potere estenuante e provocatoria che cerca “le parole per dirlo”, anche a rischio di straparlare: ben vengano queste esplorazioni impavide di un terreno finora per quasi tutte inaccessibile
Paola casella www.mymoveis.it